Aumentano le fumatrici: più 24%. La prima sigaretta a 12 anni

Aumentano le fumatrici: più 24%. La prima sigaretta a 12 anni
di Valentina Arcovio
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Mercoledì 27 Maggio 2020, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 10:09

Che sia associato a una moltitudine di problemi di salute ormai lo sanno tutti, ma il fumo non perde il suo appeal. Le nuove generazioni sono sempre più attratte dalla sigaretta, in parte anche a causa delle attività di marketing e social media dei produttori. Per questo il tema scelto quest'anno dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per la Giornata mondiale senza tabacco che si celebra sabato prossimo, è The secret's out Il segreto è svelato. L'obiettivo è informare soprattutto i più giovani sulle strategie messe in atto dall'industria del tabacco per attrarre nuovi consumatori.
I CONSUMI
Una battaglia sposata anche dalla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, consapevole che il fumo è una brutta abitudine che riguarda molti italiani giovani e giovanissimi. In particolare nel nostro Paese già fra i 13 e i 15 anni un ragazzo su cinque fuma quotidianamente sigarette tradizionali, mentre il 18% utilizza quelle elettroniche. Il consumo inizia generalmente durante l'adolescenza, spesso anche prima: nel 2018 quasi 100 mila ragazzi hanno provato a fumare prima dei 12 anni. Con conseguenze gravi sul lungo periodo, specialmente sul rischio di ammalarsi di cancro. «Dico sempre che se non ci fosse il fumo curerei una patologia rara», afferma Marina Chiara Garassino, ricercatrice Airc e responsabile della Struttura semplice di Oncologia Medica Toraco-Polmonare della Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
L'IMMAGINE
«Solo il 10% dei pazienti affetti da tumore del polmone non ha mai fumato. Chi inizia a fumare da ragazzo - continua - è molto probabile che prosegua da adulto. I ragazzi rischiano di diventare dipendenti oggi e futuri pazienti domani. Un dato che preoccupa ancora di più se parliamo di giovani donne che si avvicinano al fumo in una percentuale superiore del 24% rispetto al passato».
Per fronteggiare questa emergenza, Airc continua a puntare su chi sceglie di opporsi, smontando l'aura cool e l'immagine che il marketing ha costruito attorno all'uso delle sigarette. E lo fa proponendo una campagna ancora più cool. Il volto dell'iniziativa è quello di Gianmarco Tamberi, campione mondiale di salto in alto e ambasciatore della Fondazione dal 2017, che lancerà una challenge su Instagram invitando altri sportivi, influencer e tutto il pubblico a cimentarsi con una sfida a prova di fiato. «Da atleta so bene quanto sia importante seguire degli stili di vita corretti - dice Tamberi - per essere sempre al top. Il nostro corpo resta in salute se noi ce ne prendiamo cura: fare un'attività fisica regolare e seguire un'alimentazione sana ci aiuta a stare in forma. La cosa che di sicuro non ci aiuta e fa sempre male è il fumo, anche una sola sigaretta al giorno è rischiosa perché cancerogena. Le sigarette contengono sostanze chimiche che hanno ripercussioni sull'elasticità della pelle, sulla salute dei denti, sulla caduta dei capelli... E poi ragazzi sarò sincero con voi, fumare non fa neanche così figo come vi vogliono far credere, anzi con quel cattivo odore che rimane incollato ai vestiti, vi giocate una bella fetta di ragazze e ragazzi che non lo sopportano».
Confermano il loro impegno anche i Creators4Airc, alcune fra le voci più amate e seguite del web, guidate da Camilla Boniardi (Camihawke), che già nel 2019 avevano dato il via insieme ad Airc a una campagna destinata in particolare alle giovani donne. L'importanza dell'impegno degli influencer e l'invito a mobilitarsi è sottolineato quest'anno dalla stessa Oms, consapevole della loro capacità di spingere i giovani verso stili di vita sani e consapevoli.
LE MISURE
Anche la Fondazione Umberto Veronesi sposa appieno la necessità di contrastare l'abitudine al fumo e rinnova con forza l'appello alla necessità urgente di alzare il prezzo delle sigarette e di tutti i prodotti del tabacco. «Le misure economiche per il controllo del tabagismo, a cui i giovani sono particolarmente sensibili, sono ritenute dalla comunità scientifica e dalle istituzioni sanitarie e scientifiche fra le più efficaci per ridurre i consumi e rafforzare le risorse per la prevenzione e la cura delle malattie fumo-correlate», spiegano alla Fondazione.
 

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