Covid, vaccino: allo Spallanzani via ai test al primo volontario

Spallanzani, via ai test della speranza: vaccino al primo volontario
di Raffaella Troili
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Lunedì 24 Agosto 2020, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 15:59

L'iniezione attesa da tempo. La speranza di una terapia che protegga dal Covid prende forma. Questa mattina parte allo Spallanzani la sperimentazione sull'uomo di un vaccino in Italia. Questo grazie al primo dei 90 volontari, a cui sarà affiancata una riserva in caso di difficoltà. Altre due somministrazioni sono in programma mercoledì (tra loro la riserva di oggi). E poi via via si andrà avanti con la sperimentazione, sempre tre volontari alla volta. Il vaccino Grad-CoV2 in sperimentazione, progettato dall'azienda Biotech Reithera di Castel Romano e finanziato con otto milioni di euro da Regione Lazio e ministero della Ricerca con il Consiglio Nazionale delle Ricerche sarebbe costituito da un adenovirus inoculato che funge da vettore per frammenti del covid che devono stimolare la produzione di difese immunitarie nell'organismo.



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Spiega il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia: «Ci porterà entro fine anno a concludere speriamo tutti la fase due e anche la fase 3, fino a quando partiranno anche altri centri, Verona, Cremona, Piacenza». Sono tutti uomini tra i 31 e i 46 anni, alcuni professionisti, i primi 5 volontari che si sottoporranno al test del vaccino tutto made in Italy allo Spallanzani. Si prevede di cominciare da chi ha meno di 55 anni e di arrivare solo in un secondo momento a chi ne ha oltre 65. La seconda tornata dovrebbe avvenire tra il 7 e il 9 di settembre. Sempre se non si osserveranno effetti avversi.
 


«FORSE PRONTO A PRIMAVERA»
«Se riusciamo ad essere veloci, oltre che bravi, entro fine anno concluderemo il percorso della sperimentazione e per la prossima primavera potremo avere il vaccino commercializzato». Ora è importante che non ci siano effetti collaterali e che il Grad-CoV2 sia in grado di sviluppare anticorpi neutralizzanti. «In autunno, quindi Fase 2 e 3 - conclude Vaia - probabilmente all'estero, sui malati, soprattutto in luoghi come il Brasile, il Messico ed in altri Paesi dove il contagio è molto più forte». Il volontario di oggi, il primo in Italia, sarà tenuto in osservazione per qualche ora.Secondo il protocollo stabilito dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) i 90 volontari sono infatti organizzati in due coorti: una di 45 individui sani di età compresa tra 18 e 55 anni e una di 45 individui sani di età compresa tra 65 e 85 anni. Ogni gruppo di età è diviso in tre sottogruppi di 15, ciascuno dei quali riceverà tre dosi crescenti.

Il vaccino, che prevede un'unica somministrazione, è uno dei due progettati in Italia (l'altro è quello dell'azienda Takis, sempre di Castel Romano) e si basa su un virus reso inoffensivo utilizzato come una navetta per trasportare nelle cellule l'informazione genetica che corrisponde alla proteina Spike, l'arma che il virus Sars-CoV2 utilizza per invadere le cellule. Il virus-navetta fa parte della famiglia degli adenovirus, la stessa cui appartiene il virus del raffreddore, ed è di origine animale. I test finora condotti sui topi indicano che il vaccino è in grado sia di stimolare la produzione di anticorpi neutralizzanti, sia la risposta delle cellule immunitarie chiamate linfociti T killer, capaci di riconoscere le cellule colpite.

I candidati vaccini fanno parte della lista stilata dall'Oms che ne comprende complessivamente 167, di cui 29 in fase di sperimentazione sull'uomo. Tre sono europei e due legati all'Italia: quello messo a punto dall'azienda Reithera di Castel Romano con la tedesca Leukocare e la belga Univercells, e quello realizzato dall'università di Oxford con l'azienda AstraZeneca, le cui dosi sono prodotte dalla Irbm di Pomezia.
 

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