A dirlo è un gruppo di ricerca francese dell'Università di Bordeaux che ha sviluppato in vitro un oligonucleotide lipidico capace di ridurre la resistenza degli Escherichia coli a un antibiotico della famiglia delle cefalosporine. Nello studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, i ricercatori hanno sviluppato un meccanismo basato sull'acquisizione e l'espressione di un gene codificante la beta-lattamasi a spettro esteso, situato su una molecola di Dna non integrato nel genoma dei batteri e il cui trasferimento da un batterio all'altro facilita la diffusione della resistenza.
Gli studiosi hanno sviluppato un oligonucleotide che consente di bloccare l'Rna messaggero, trascritto dal gene.
Per arrivare a questo, però, gli studiosi francesi hanno dovuto superare un ostacolo: gli enterobatteri hanno una parete particolarmente impermeabile. «È stato quindi necessario modificare l'oligonucleotide a livello fisico-chimico, per migliorarne la penetrazione - dice Tina Kauss, ricercatrice che ha effettuato gli esperimenti - Abbiamo selezionato un lipide in grado di attraversare questa barriera, quindi lo abbiamo innestato in diversi siti dell'oligonucleotide».
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