Lo studio attesta in via definitiva l'efficacia del trapianto di microbiota intestinale (Fmt) da donatori sani contro un'infezione spesso difficilissima e pericolosa, quella da Clostridium difficile: il trapianto aumenta la sopravvivenza a lungo termine di oltre un terzo rispetto alla terapia antibiotica classica e dimezza i giorni di degenza necessari al paziente, riducendo il rischio di gravi complicanze come la sepsi. Complice l'abuso di antibiotici, l'infezione da Clostridium difficile è diventata epidemica negli ultimi anni, specialmente in pazienti anziani e fragili.
Si stima che ogni anno negli Usa muoiano circa 29.000 persone per tale patologia, per una spesa complessiva di 5 miliardi di dollari all'anno.
I sintomi possono variare da una semplice diarrea a un quadro clinico grave, che può essere mortale. Il Clostridium difficile è un batterio che risiede in forma latente nell'intestino di circa il 30% delle persone (portatori sani), e l'infezione si manifesta solo quando il microbiota intestinale del soggetto viene debilitato, come in caso di massicce e ripetute terapie antibiotiche.
© RIPRODUZIONE RISERVATA