Osservasalute, meno rischi malattie croniche per chi studia di più: le più diffuse, ipertensione, artrosi e osteoporosi

Osservasalute, meno rischi malattie croniche per chi studia di più: le più diffuse, ipertensione, artrosi e osteoporosi
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Venerdì 15 Febbraio 2019, 14:32
 Chi studia di più è meno a rischio di cronicità. Nel nostro Paese il livello culturale ha, infatti, un effetto significativo sul rischio di cronicità. A ricordarlo è il focus dell'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane diretto da Walter Ricciardi che ha sede a Roma presso l'Università Cattolica, sulle malattie croniche. «I dati dell'Istat evidenziano che le persone con livello di istruzione più basso soffrono molto più frequentemente di patologie croniche rispetto al resto della popolazione, con un divario crescente all'aumentare del titolo di studio conseguito», spiegano dall' Osservasalute.

Nel 2017, nella classe di età 45-64 anni, quella in cui insorge la maggior parte della cronicità, la percentuale di persone con la licenza elementare o nessun titolo di studio che è affetta da almeno una patologia cronica è pari al 56,0%, scende al 46,1% tra coloro che hanno un diploma e al 41,3% tra quelli che possiedono almeno una laurea. L'artrosi/artrite, l'ipertensione e il diabete sono le patologie per le quali si riscontrano i divari sociali maggiori, con riferimento ai titolo di studi estremi, le differenze ammontano, rispettivamente, a 13,1, 12,5 e 7,4 punti percentuali a svantaggio dei meno istruiti.

Siamo comunque un Paese costretto a fare i conti con le malattie croniche.
Patologie in crescita, che l'anno scorso hanno interessato quasi il 40% della popolazione.: 24 milioni di italiani, con 12,5 milioni affetti da multi-cronicità. Tra dieci anni, nel 2028, il numero di malati cronici salirà a 25 milioni nebtre i multi cronici saranno 14 milioni. La patologia più frequente sarà l'ipertensione, con quasi 12 milioni di persone colpite nel 2028, mentre l'artrosi/artrite interesserà 11 milioni di italiani. Per entrambe ci si attente 1 milione di malati in più rispetto al 20117.
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