Omicron, il rischio di reinfezione è ben «10 volte maggiore che con la variante Delta»

L'indagine è intitolata «Covid-19 Infection Survey» e condotta dall'Ufficio Nazionale di Statistica (ONS) britannico

Omicron, il rischio di reinfezione è ben «10 volte maggiore che con la variante Delta». E oggi via le restrizioni
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Venerdì 1 Aprile 2022, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 17:11

Mentre da oggi c'è il “liberi tutti” con la fine dello stato di emergenza, si viene a sapere che con Omicron il rischio di reinfezione è ben «10 volte maggiore che con la variante Delta». Lo si si evince dall'indagine intitolata «Covid-19 Infection Survey» e condotta dall'Ufficio Nazionale di Statistica (ONS) britannico. Gli esperti hanno stimato le reinfezioni avvenute nel Regno Unito tra giugno 2020 e 20 marzo 2022. E' emerso che tra 20 dicembre 2021 e 20 marzo 2022 - quando la variante Omicron è divenuta dominante - il rischio di reinfezione è stato 10 volte più alto rispetto al periodo in cui era dominante Delta, grosso modo da metà maggio 2021 al 19 dicembre.

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Omicron e rischio di reinfezione

 

L'immunità al SARS-CoV-2, sia naturale sia indotta dai vaccini, declina nel tempo. Omicron però, si è dimostrato molto più capace di altre varianti di eludere il sistema immunitario. «Il rischio di reinfezione da Omicron è di gran lunga maggiore rispetto alle precedenti varianti, e coloro che non sono vaccinati sono molto più a rischio di essere infettati nuovamente rispetto ai vaccinati», ha dichiarato Sarah Crofts dell'ONS. 

 

SILERI - «Oggi finisce la fase acuta dell'emergenza di questi due anni, ma il virus non è scomparso, per questo invito alla cautela e a fare la terza dose». Così il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto in tv a Storie Italiane, il programma di approfondimento condotto da Eleonora Daniele su Rai1. Sileri ha tenuto a sottolineare ancora una volta l'importanza dei vaccini, anche dopo la fine dello stato di emergenza: «Se le vaccinazioni proseguiranno e i comportamenti continueranno ad essere virtuosi - ha aggiunto - potremo prevenire una nuova ondata ad ottobre». Sull'allentamento delle restrizioni il sottosegretario ha voluto precisare che «giustamente il green pass sarà progressivamente archiviato, però occorre essere chiari sull'importanza del vaccino: non bisogna vaccinarsi per avere il green pass - sottolinea - bisogna vaccinarsi per proteggersi dal virus. E' la scienza a guidare la politica».

IL PARERE DI PREGLIASCO - Il messaggio «deve essere di fiducia e positivo. Ma così come si fa con il rubinetto dell'acqua calda, che adesso stiamo aprendo stando attenti a non scottarci, questo rubinetto potremmo doverlo richiudere ed è importante dirlo, almeno come ipotesi, sperando che non accada», per ricordare che la differenza la farà «la responsabilità di tutti». Questo il monito del virologo Fabrizio Pregliasco, docente all'università Statale di Milano, che ricorda all'Adnkronos Salute come il virus Sars-CoV-2 non si sia ancora «raffreddorizzato» e possa far male soprattutto ai fragili. Da oggi (1° aprile), secondo l'esperto «dovremmo contare sulla responsabilità di ognuno di noi e rilanciarne il valore. I cittadini hanno già dimostrato responsabilità con un'adesione massiccia alla vaccinazione anti-Covid. E questo è un elemento importante che prova come la maggioranza degli italiani sia consapevole, e dovrà continuare a esserlo, di una situazione che dobbiamo gestire con progressività», insiste. Il direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano invita a tenere a mente l'immagine del rubinetto che si apre e si può richiudere: «Pensiamo a questo aspetto e non abbassiamo la guardia - avverte - Soprattutto proteggiamo i fragili, perché è vero che il virus nella versione Omicron 2 è un terzo meno cattivo, ma lo è soprattutto per la gran quota di vaccinati che abbiamo».

 

Quindi stiamo attenti ai fragili, ripete Pregliasco. Quanto all'isolamento confermato per i positivi, di 7 giorni o di 10 se non vaccinati, secondo il medico è «assolutamente giusto mantenerlo. Dobbiamo andare in progressione e l'isolamento, specie in questa fase espansiva, potrebbe limitare un pò l'impatto» della circolazione virale che continua.

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