Senza l'olfatto ogni aspetto della vita è condizionato: dall'inappetenza alla rottura delle relazioni sociali

Senza l'olfatto ogni aspetto della vita è condizionato: dall'inappetenza alla rottura delle relazioni sociali
2 Minuti di Lettura
Sabato 25 Gennaio 2020, 21:03
La perdita del senso dell'olfatto, collegata a diverse malattie, incluse quelle della vecchiaia, condiziona quasi ogni aspetto della vita: dall'inappetenza fino alla rottura delle relazioni sociali. A rivelare gli impatti emotivi e pratici di un problema che potrebbe interessare 5 persone su 100 è uno studio pubblicato su Clinical Otolaryngology.

I disturbi dell'odorato sono dovuti a molte cause, dalle infezioni delle vie respiratorie a lesioni nervose, da malattie neurologiche come Alzheimer e Parkinson all'effetto collaterale di alcuni farmaci. Ricerche precedenti avevano dimostrato che chi ne soffre "riferisce alti tassi di depressione e ansia, abbiamo quindi voluto sapere di più" sulle conseguenze di un problema che, in misura diversa, "colpisce il 5% della popolazione", spiega il primo autore, Carl Philpott. I ricercatori della University of East Anglia hanno pertanto intervistato 71 persone tra 31 e 80 anni, afferenti alla clinica Odori e Sapori della James Paget University, a Gorleston-on-Sea, nel Regno Unito.
Ne è emerso che tali pazienti sperimentano problemi di intimità sessuale, perdita di appetito e peso (se non si percepiscono gli odori non si percepiscono neanche i sapori) e sono inoltre esposti a maggiori rischi come mangiare carne andata a male, bere latte acido, non percepire l'odore di una fuga di gas o del fumo di un incendio. 


«I partecipanti allo studio avevano perso interesse nella preparazione dei cibi e alcuni hanno detto che erano imbarazzati a cucinare per parenti e amici, con un impatto sulla loro vita sociale». L'incapacità di collegare gli odori ai ricordi felici era un problema e l'igiene personale era «un grande motivo di imbarazzo, perché non sentono il proprio odore». Tutti questi problemi hanno portato a rabbia, ansia, frustrazione, isolamento. I ricercatori sperano che i risultati possano «aiutare i medici a offrire migliore comprensione e supporto a questi pazienti»
© RIPRODUZIONE RISERVATA