Contagi Covid, l'indice Rt scende a 1,18 (da 1,43) ma è alerta terapie intensive. Iss: «Restrizioni servono»

Contagi Covid, l'indice Rt scende a 1,18 (da 1,43) ma è alerta terapie intensive. Iss: «Restrizioni servono»
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Venerdì 20 Novembre 2020, 15:39 - Ultimo aggiornamento: 20:21

Continua a scendere in Italia l'indice di trasmissibilità Rt, che questa settimana si colloca a 1,18 - con valori tra 1 e 1,25 nella maggioranza delle Regioni - contro l'1,43 di quella passata. Un dato positivo che lascia intravedere una decelerazione della curva epidemica da SarsCov2, ma che da solo non basta. Altri parametri, infatti, restano negativi, a partire dall'incidenza dei casi in crescita che fotografa un'Italia monocolore dove l'epidemia imperversa pressochè ovunque. E preoccupano i numeri dei ricoveri ordinari delle terapie intensive. Il monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità (Iss) e ministero della Salute evidenzia, infatti, come l'epidemia si mantenga ancora a livelli «critici» sia perché l'incidenza di nuove diagnosi resta molto elevata e ancora in aumento, sia per gravità con un significativo impatto sui servizi assistenziali. 

Brusaferro: non si canti vittoria

Un quadro che spinge il presidente Iss Silvio Brusaferro a dire che è ancora troppo presto per «cantare vittoria» perchè Rt è sopra 1 e ciò vuol dire che i casi, anche se più lentamente, ancora aumentano.

Una fotografia confermata dai dati giornalieri resi noti dal ministero e che indicano un aumento dei nuovi casi, pari a 37.242 nelle ultime 24 ore, circa mille più di ieri. Salgono purtroppo anche le vittime: 699 in un giorno rispetto alle 653 di ieri. Dall'inizio dell'emergenza sono state 1.345.767 le persone contagiate, con un numero complessivo di vittime di 48.569. Le regioni che registrano il maggiore aumento di nuovi casi nelle ultime 24 ore sono la Lombardia (9.221) e la Campania (4.226). Altro dato negativo è rappresentato dal fatto che, dopo giorni di calo, torna a salire l'incidenza dei positivi rispetto al numero di tamponi effettuati nelle ultime 24 ore: è del 15,6% mentre ieri era del 14,4%. 

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Crescono le terapie intensive

I tamponi effettuati nell'ultimo giorno sono stati 238.077 circa 12mila in meno rispetto a ieri. In crescita anche i ricoveri in terapia intensiva (+36), per un totale di 3.748. Complessivamente, gli attualmente positivi sono 777.176, 15.505 in più nelle ultime 24 ore: di questi, 33.957 sono ricoverati nei reparti ordinari, con un incremento di 347. Una situazione che resta dunque di allarme, con 18 regioni, evidenzia il monitoraggio, che hanno superato la soglia critica per i ricoveri, mettendo a rischio l'assistenza per i pazienti con altre patologie. 

Indice Rt in calo, ma ancora elevato

Per questo, anche se l'Rt cala e si iniziano a vedere gli effetti delle misure, l'attenzione deve restare massima. «C'è un'Italia un po' monocolore perchè l'epidemia colpisce un pò tutto il Paese anche se negli ultimi giorni il numero dei casi comincia ad appiattirsi», ha sottolineato Brusaferro alla conferenza stampa di analisi dei dati organizzata al ministero, rilevando anche come l'età media dei casi stia «lentamente crescendo». Dall'altro lato, ha rilevato il direttore della Prevenzione del ministero Gianni Rezza, «il dato saliente di questa settimana riguarda l'aumento delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva a causa del Covid-19. Anche se l'Rt è sceso a 1,2, il che vuol dire che si sta registrando un primo effetto degli interventi, l'incidenza è ancora elevata e supera 730 casi per 100mila abitanti.

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Precauzioni ancora necessarie

E questa situazione può durare anche a lungo nonostante l'abbassamento dell'Rt. Ciò indica - ha avvertito - che bisogna continuare a prendere precauzioni e le norme in vigore devono restare ancora valide». Tutto però mostra come la strategia di diversificazione delle misure «abbia avuto una sua manifestazione di efficacia, ma dico a chiare lettere che questi indicatori di miglioramento e decelerazione della curva devono essere un invito a essere ancora più stringenti e rigorosi», è il monito lanciato dal presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli. I dati, conclude, «sono indicativi di uno spiraglio significativo che si apre, ma questa è una ragione per insistere. Evitiamo di ripetere gli errori dell'estate».

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