Covid-19 Italia, studio Nature: senza lockdown 70mila morti. Ecco cosa fare prima di riaprire

Covid-19 Italia, studio Nature: senza lockdown 70mila morti. Ecco cosa fare prima di riaprire
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 22 Aprile 2020, 19:17 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 10:38

Le misure draconiane adottate dall'Italia hanno contenuto il coronavirus e limitato i decessi da Covid-19 che altrimenti avrebbero raggiunto quota 70mila. È quanto emerge da uno studio italiano pubblicato su 'Nature Medicine' dal team di Giulia Giordano dell'Università di Trento. I ricercatori hanno usato un nuovo modello matematico per 'mappare' l'andamento dell'epidemia in Italia, e ipotizzare gli effetti di un allentamento delle misure.

LEGGI ANCHE Coronavirus Italia, 187.327 casi: in 24 ore 437 morti. ​Frena il calo dei malati, nuovo record di guariti: 2.943

«Se le avessimo rimosse dal 9 aprile, solo nel primo anno avremmo avuto 70mila decessi legati a Covid-19 nel nostro Paese - spiega Giordano all'Adnkronos Salute - Ma un 'liberi tuttì il 4 maggio, senza una campagna massiccia di test, un tracciamento meticoloso dei contatti, misure di protezione e distanziamento sociale potrebbe portare a un risultato analogo».

I ricercatori descrivono un nuovo modello epidemiologico per la pandemia di Covid-19, chiamato «Sidarthe», che distingue tra casi rilevati (diagnosticati) e non, e tra diverse gravità della malattia. Così hanno diviso la popolazione in otto gruppi: suscettibile (non infetto); infetto (asintomatico o con pochi sintomi, infetto non rilevato); diagnosticato (infetto asintomatico, rilevato); malato (sintomatico infetto, non rilevato); riconosciuto (infetto sintomatico, rilevato); grave (infetto da sintomi potenzialmente letali, rilevato); guarito e deceduto.

LEGGI ANCHE Coronavirus, Pregliasco: «Ancora criticità nel nord». Oms: non bisogna commettere errori

Gli autori hanno utilizzato i dati italiani dal 20 febbraio 2020 (giorno 1) al 5 aprile (giorno 46) per mostrare come le restrizioni progressive imposte dal governo abbiano influenzato la diffusione della pandemia in Italia. «Abbiamo previsto un picco dei casi diagnosticati intorno al 16 aprile, cosa che poi sembra essersi realizzata, mentre quello relativo anche ai pazienti asintomatici e non diagnosticati, che dunque tiene conto del sommerso, sarebbe arrivato prima, intorno al 10 aprile».

Ma a colpire sono le previsioni relative all'allentamento delle misure. «Con un allentamento all'inizio di aprile - ribadisce la ricercatrice - l'epidemia si sarebbe trascinata, e avremmo potuto contare 70 mila vittime nel primo anno. Il nostro modello ci dice che occorre molta cautela, e che non possiamo 'ammorbidire' le misure senza una campagna massiccia di test, un tracciamento meticoloso dei contatti, dispositivi di protezione per i cittadini, che devono saperli usare in modo corretto, e il mantenimento del distanziamento sociale», conclude Giordano.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA