La sottoscrizione del Messaggero: «Dai lettori spinta vitale a Gemelli e Spallanzani»

La sottoscrizione del Messaggero: «Dai lettori spinta vitale a Gemelli e Spallanzani»
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 15 Aprile 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 07:30

«La chiamiamo tempesta infiammatoria. Perché l'infiammazione scatenata dal Coronavirus, quando si abbatte sui polmoni può assomigliare davvero a una tormenta. E quando è così c'è solo una via per sperare di uscirne: i respiratori. Averne a sufficienza significa dare a tutti la possibilità di essere curati». Massimo Montalto parla dal decimo piano del Gemelli, dove coordina uno dei reparti Covid del policlinico, il secondo ospedale romano in trincea contro il coronavirus insieme allo Spallanzani. Proprio alle due eccellenze della sanità capitolina si rivolge la gara di solidarietà dei lettori del Messaggero. Una gara che, sull'onda di migliaia di adesioni, ha già permesso di donare 200 mila euro. Fondi serviti ad acquistare subito 12 ventilatori polmonari. Insieme agli altri quotidiani della Caltagirone Editore, si è raggiunto il primo traguardo di un milione di euro già donato ad alcuni fra i principali ospedali italiani. E la nostra iniziativa non si ferma qui.



LO SCENARIO DA EVITARE
«Per un medico decidere tra paziente e paziente è impensabile riprende Montalto avere i respiratori significa evitare di dover scegliere a chi offrire il massimo dell'assistenza». Il suo reparto, spiega, ha aperto il 15 marzo, per reggere l'urto della prima ondata di contagi. «Per tre settimane abbiamo lavorato in apnea, senza distinguere il giorno dalla notte. Adesso come va? Diciamo che stiamo tirando una boccata di ossigeno, ma non significa che il virus è sconfitto. Non sappiamo come questa epidemia si svilupperà».

Al Gemelli ancora ieri erano ricoverati 306 pazienti Covid, tra la sede centrale, il presidio Columbus e un albergo trasformato in reparto in tempi record. «I nostri pazienti continua Montalto - arrivano direttamente dal pronto soccorso, in genere nella fase iniziale non hanno bisogno di supporto respiratorio, può bastare l'ossigenoterapia. Ma se il quadro clinico peggiora - e a volte succede nel volgere di pochissime ore - in quel caso diventano essenziali i ventilatori della terapia intensiva». È lì che si lotta tra la vita e la morte. È lì che servono le armi giuste, per vincere la guerra al virus. L'ultimo pensiero prima di tornare ai pazienti è ai lettori del nostro giornale. «La vostra manifestazione di solidarietà è davvero tangibile, perché ci permette di comprare macchinari indispensabili. È un'iniezione di forza e di energia per andare avanti».


 
 

 
 
 
 

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