La sottoscrizione del Messaggero: «Non è finita, più aiuti a Gemelli e Spallanzani»

La sottoscrizione del Messaggero: «Non è finita, più aiuti a Gemelli e Spallanzani»
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 14 Aprile 2020, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 07:30

«C'è sempre un pericolo, quando le cose sembrano andare meglio: che si allenti la tensione. Che si dica: è finita. No, non è finita, con il Covid-19. Anche se la discesa sembra iniziata, sarebbe un disastro abbassare la guardia ora, tocca invece mantenere al massimo l'impegno. Perché non sappiamo come si evolverà il contagio e non possiamo farci cogliere di sorpresa. Si è già visto, in altre parti d'Italia e del mondo, qual è il prezzo di farsi trovare impreparati». Ha lo sguardo serio Paola Scognamiglio, responsabile allo Spallanzani del Seresmi, il servizio regionale per l'Epidemiologia, la sorveglianza e il controllo della malattie infettive. Lo Spallanzani, insieme al policlinico Gemelli, è in prima linea per combattere il coronavirus a Roma. E ai due ospedali è diretta la sottoscrizione del Messaggero che, in poche settimane, grazie alla generosità dei lettori, ha raccolto migliaia di adesioni. I primi 200 mila euro sono già stati donati e con quei fondi è stato possibile comprare immediatamente 12 ventilatori polmonari per rafforzare le terapie intensive. Insieme con gli altri quotidiani della Caltagirone Editore, finora è stato raccolto e donato un milione di euro per alcuni fra i principali ospedali italiani. La nostra iniziativa non si ferma, perché non si arrivi mai allo scenario più estremo. Quando si deve decidere chi salvare.



IN PRIMA LINEA
«Siamo in prima linea dal 21 gennaio - prosegue la responsabile del Seresmi dello Spallanzani - ci siamo attivati appena è scattata la prima allerta dalla Cina, temevamo un caso di importazione. Poi il 29 gennaio i primi contagiati in Italia: la coppia di turisti cinesi. Erano arrivati qui in condizioni estremamente critiche, ma sono guariti». Allo Spallanzani oggi sono in cura 165 pazienti affetti da Covid. Per 24 è fondamentale il supporto respiratorio. «Con le conoscenze che abbiamo - prosegue Scognamiglio - non siamo in grado di capire subito chi andrà incontro a un peggioramento drastico, per questo è fondamentale avere gli strumenti adatti». Respiratori e posti in terapia intensiva. «Per chi ha complicanze polmonari è decisiva la ventilazione assistita. Per questo dico grazie ai lettori del Messaggero per avere donato: si vede un senso di corresponsabilità di fronte a questa emergenza, tanti hanno capito che preparare i posti di terapia intensiva è un'arma importante per vincere questa battaglia».
 

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