Coronavirus più contagioso in Europa e nord America che in Asia, la scoperta del team di Robert Gallo

Coronavirus più contagioso in Europa e nord America che in Asia, la scoperta del team di Robert Gallo
3 Minuti di Lettura
Martedì 14 Aprile 2020, 15:59 - Ultimo aggiornamento: 17:14

Europa e America del Nord svantaggiate rispetto all'Asia nell'emergenza coronavirus. Il Covid-19, partito dalla Cina, nei mesi è mutato e diventato più contagioso e infettante una volta arrivato appunto in Occidente.

Così il Coronavirus aggredisce e devasta i polmoni dei pazienti positivi: le immagini

Coronavirus, una volta su 5 colpito anche il cuore: primo caso in Italia in un cardiopatico grave

Scienziati dell'Institute of Human Virology (IHV) dell'Università del Maryland guidati da Robert C. Gallo (lo scopritore nel 1983 del virus HIV insieme a Luc Montagnier e a Françoise Barré-Sinoussi) e Davide Zella insieme a Massimo Ciccozzi e Silvia Angeletti dell'Università Campus Bio-Medico di Roma e in collaborazione con Area Science Park di Trieste guidati da Rudy Ippodrino e Bruna Marini hanno infatti individuato una nuova mutazione del virus Sars-Cov-2 nell’enzima polimerasi, relativa a ceppi virali presenti in pazienti europei e del nord America.
 

 


In particolare, lo studio ha rilevato come la mutazione sia molto frequente nei ceppi analizzati in Europa e nord America, mentre risulta assente nei ceppi asiatici.

I dati sono stati ottenuti attraverso l'analisi di oltre 200 sequenze genomiche complete presenti nelle banche dati del National Center for Biotechnology Information (NCBI) e della Global Initiative on Sharing All Influenza Data (GISAID) dal dicembre 2019 a marzo 2020.


Con questa scoperta si è potuto differenziare il ceppo asiatico del SARS-Cov-2 da quello europeo e nord Americano. Secondo lo studio, pubblicato sul Journal of Translation Medicine, sarebbe dunque possibile la coesistenza di ceppi virali diversi, ciascuno con una diversa strategia di mutazione.

La mutazione in grado di differenziare il ceppo europeo-nord Americano da quello asiatico è avvenuta all’interno della polimerasi Rna dipendente, un enzima funzionale alla replicazione del virus.

"Si tratta di un importante risultato nella direzione di una maggiore conoscenza del comportamento del virus e, in prospettiva, per lo sviluppo di un vaccino specifico e delle terapie più adeguate" ha sottolineato Massimo Ciccozzi, epidemiologo molecolare e direttore dell'Unità di statistica medica ed epidemiologia dell'Università Campus Bio-Medico di Roma.

Questa mutazione può spiegare la rapidità e la maggiore moltiplicazione del virus nei pazienti colpiti in Europa e nel nord America, rispetto all’Asia. La presenza di questa e altre cinque mutazioni già scoperte dal team italiano rappresentano elementi significativi per stabilire il comportamento del virus in Asia, Europa e Nord America. Tali scoperte risultano quindi rilevanti per lo studio di future strategie terapeutiche attualmente in fase di sperimentazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA