Con l'Intelligenza artificiale lo scompenso cardiaco è prevedibile fino a 34 giorni prima

Con l'Intelligenza artificiale lo scompenso cardiaco è prevedibile fino a 34 giorni prima
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Mercoledì 30 Ottobre 2019, 22:02
Un piccolo dispositivo impiantabile, senza cateteri e il bisogno di complicati interventi chirurgici, che attraverso l'Intelligenza artificiale può arrivare a prevedere uno scompenso cardiaco acuto fino a 34 giorni prima della crisi. È una delle prospettive future sempre più vicine per la cardiologia, come ha spiegato oggi a Milano Alessandro Capucci, direttore della Clinica cardiologica dell'Ospedale Torrette di Ancona. «La vera novità - rileva - è l'uso di una serie di algoritmi automatici che ricevono informazioni di parametri fisiologici e danno una diagnosi. Per ora questa attività è stata provata su molti pazienti a cui è stato impiantato un pacemaker defibrillatore biventricolare, collegato con l'ospedale di riferimento». Si tratta di un'analisi multiparametrica con cui vengono monitorati diversi parametri, tra cui quanto dorme inclinato il paziente, il liquido nel torace, la frequenza respiratoria, il livello di attività fisica, il peso, la frequenza cardiaca notturna, la pressione ed eventuali apnee notturne.

«Combinando insieme tutti questi dati - continua Capucci - si possono rilevare modifiche del cuore che possono portare ad un scompenso acuto in media 34 giorni dopo. L'algoritmo permette di capire subito per quale ragione il battito o la contrazione del cuore iniziano a non essere regolari, permettendo così di intervenire subito, senza aspettare lo scatenarsi della crisi». Si tratta di cambiamenti che possono aversi magari per un medicinale non preso o un'alterazione interna. «Fra un anno - conclude Capucci - saranno disponibili sistemi senza fili, grandi come il mignolo, da impiantare sotto pelle senza cateteri e tenere per 3 anni, se si ha il sospetto di una patologia. In futuro sarà più frequente sottoporsi all'holter multiparametrico a casa propria, senza dover andare in ospedale. Si tratta però di un aiuto al medico, che non deve smettere di visitare il paziente».

 
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