«Le alterazioni di temperatura spesso sono meno evidenti e questo fa sì che siano difficili da individuare» mette in guardia Renato Cutrera, direttore Unità operativa complessa di broncopneumologia dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Primo responsabile è un utilizzo scorretto dell'aria condizionata (la temperatura giusta dovrebbe essere di 4-5 gradi inferiore a quella esterna) ma anche il fumo passivo e la mancata idratazione giocano la loro parte. «Quello che contraddistingue le sindromi influenzali estive, siano esse batteriche o virali, sono inappetenza, spossatezza e tosse secca» spiega Cutrera. I sintomi collaterali, come mal di gola e raffreddore sono presenti in forme più blande o assenti. «Questo fa sì che passino facilmente inosservate e i genitori siano, appunto, facilmente ingannati».
Ma al ritardo nella diagnosi bisogna fare attenzione perché «possono comunque avere complicanze gravi e degenerare nelle cosiddette “polmoniti coperte” ovvero con sintomatologia attenuata»
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