L'Italia supera virtualmente gli 11 milioni di vaccinati con almeno una dose, oltre un sesto della popolazione, e i 4,5 milioni anche con richiamo, ma la macchina delle Regioni inizia a sentire la penuria di fiale, superata la media di inoculazioni ad aprile permessa dalle forniture previste (nell'ultima settimana 298 mila al giorno). Intanto la Pzifer-BioNtech promette all'Unione europea altri 100 milioni di dosi entro la fine dell'anno, oltre 13 milioni dei quali spetterebbero all'Italia. E a Pratica di Mare è arrivata, intanto, una nuova fornitura di 430 mila dosi di Astrazeneca che nelle prossime ore saranno distribuite alle regioni.
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J&J verso lo sblocco
Domani l'Agenzia europea del farmaco (Ema) deciderà se sbloccare - come è molto probabile - Johnson&Johnson, fermato dagli Usa dopo pochi casi di trombosi su milioni di iniezioni.
Verso 400.000 vaccinazioni al giorno
Secondo Abrignani in pochi giorni si arriverà a 400 mila vaccinazioni al giorno - in attesa di 1,5 milioni di dosi Pfizer a metà settimana e dell'extra promesso dalla multinazionale - e l'Ema entro l'estate in base agli studi in corso dovrebbe dare il via libera alla vaccinazione degli under 16. «Da ottobre-novembre potremmo cominciare con le somministrazioni anche ai bambini ed ai ragazzi», assicura l'esperto del Cts. Il presente è fatto di regioni che potrebbero arrivare a 30 mila vaccinazioni al giorno, come il Piemonte, ma non hanno abbastanza munizioni. «»In Puglia potremmo vaccinare tutta la popolazione in un mese e mezzo«, dice il presidente Michele Emiliano, ma le scorte di Pfizer e Moderna stanno finendo. L'Umbria pensa a un »vaccine day« il 25 aprile per gli over 80, ma servono altre 8 mila dosi di Pfizer. Intanto si ricomincia a vaccinare nelle carceri, annuncia il commissariato all'emergenza del generale Francesco Figliuolo. Secondo la ministra della Giustizia Marta Cartabia hanno finora avuto una dose 9.624 detenuti (su quasi 61 mila), 16.819 agenti di Polizia Penitenziaria e 1.780 amministrativi.
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Ospedali, situazione grigia
In vista delle riaperture del 26 aprile diversi esperti ricordano che la situazione negli ospedali e quella dei contagi sono molto più pesanti rispetto alla ripartenza del giugno scorso e che il rischio che l'epidemia riesploda esponenziale esiste. Fondamentale sarà mantenere con rigore le misure base e aumentare il tracciamento dei casi, ancora insufficiente. Pronti a richiudere localmente dove necessario. Secondo il professor Giuseppe De Nicolao dell'Università di Pavia, che ha coordinato uno studio di previsione, »le vaccinazioni saranno decisive quando avremo vaccinato la maggioranza della popolazione. Fino a qualche mese fa di 20 mila nuovi positivi al giorno, 500 sarebbero morti. Ora ne muoiono 300-400. La letalità grazie ai vaccini deve scendere a un quinto di quella attuale«. Gli ottimisti contano invece sulla riapertura di attività a basso rischio - come la ristorazione all'aperto - sulla bella stagione e sull'impatto immediato dei vaccini.
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