Quelli che saltano la fila, in Lombardia spuntano i furbetti: oltre 220 si prenotano per il vaccino senza averne diritto

Quelli che saltano la fila, in Lombardia spuntano i furbetti: oltre 220 si prenotano per il vaccino senza averne diritto
di Diodato Pirone
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Giovedì 11 Marzo 2021, 09:19 - Ultimo aggiornamento: 13:00

Saltare la fila è lo sport nazionale degli italiani e dai vaccini sta arrivando una amara conferma. In alcuni casi, poi, come è successo in Sicilia con tutta la giunta comunale di Corleone che si è vaccinata in barba a qualunque prenotazione, allo scarso rispetto delle regole si aggiunge l'uso personale e scorretto del privilegio.
Ma la cronaca offre ormai decine di esempi di furbizia di massa. Forse quello più clamoroso è accaduto in Lombardia. Dove ieri la Regione ha ufficialmente dichiarato d'aver scoperto 220 persone che si erano prenotate senza averne diritto, ovvero non erano ultraottantenni o appartenenti alle forze dell'ordine o insegnanti né avevano malattie gravi. «Il tema dei furbetti non possiamo eliminarlo per legge. Ma i 220 casi segnalati sono emersi proprio perché bloccati dall'Asst Santi Carlo e Paolo, quindi il sistema ha degli anticorpi. Il fatto di riuscire a registrarsi non significa che si possa accedere alla vaccinazione», ha detto ieri Giovanni Pavesi, neo direttore generale Welfare di Regione Lombardia, agli sbigottiti consiglieri regionali lombardi convocati in fretta e furia per una audizione.

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I CODICI VIA SMS

In realtà Pavesi ha raccontato solo una parte della vicenda che invece emerge in tutta la sua gravità da un'inchiesta di Radiopopolare, emittente che ha fatto emergere il pasticcio.

Secondo Radiopopolare le cose sono andate così: una Asl lombarda (li si chiamano Asst) ha avuto la geniale idea di inviare i codici di prenotazione via sms a 4.000 dipendenti. Nel giro di pochi giorni questi codici sono stati girati a centinaia di persone, amici e parenti, alcuni sono finiti pure su alcune chat arrivando di telefonino in telefonino anche a una giornalista di Radiopopolare. Che si è presentata alla vaccinazione rifiutandola all'ultimo momento dopo aver spiegato allo stupefatto medico che non ne aveva diritto.

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Di qui l'emersione dei 220 furbetti fra i quali, stando ad alcune dichiarazioni tragicomiche, alcuni si sarebbero giustificati dicendo di essere stati prenotati a propria insaputa dai parenti e persino da vicini di casa.
Il caso lombardo non è isolato. In Toscana, secondo il quotidiano La Nazione, circa un migliaio di persone sarebbero riuscite a infilarsi negli elenchi delle 58 mila persone, soprattutto insegnanti, che si sono prenotati appartenendo alle 24 categorie che la Regione ha deciso di vaccinare per prime. Come hanno fatto? Si indaga.
La Toscana registra anche un altro fenomeno legato però allo sgomitìo delle corporazioni: l'ordine degli avvocati toscano è riuscito a far riconoscere la categoria come servizio essenziale. Di qui l'incredibile dato che su 8.600 vaccinazioni per i servizi essenziali ben 7.000 sono andati agli avvocati. Perché gli avvocati sono servizio essenziale (in Toscana ma non in tutt'Italia) e non i cassieri dei supermercati o quelli della banche o i parrucchieri? Che sia il risultato della sintonia fra corporativismo e furbetti?


In Puglia, invece, gli ispettori della Regione stanno passando al setaccio gli elenchi dei vaccinati dopo che il segretario regionale del Pd, Marco Lacarra, ha parlato di «episodi inqualificabili». Il Policlinico ieri ha deciso di far firmare un'autodichiarazione di legittimità ad ogni vaccinato mentre i carabinieri hanno aperto un'indagine su uno strano fenomeno: il boom dei volontari sanitari. Una figura sociale che ha diritto al vaccino immediato.
Carabinieri in azione anche in tutta la Sicilia nei centri vaccinali di Petralia Sottana, Giglio di Cefalù, Villa delle Ginestre,Policlinico, Fiera del Mediterraneo e Civico di Palermo .
Forse per questo l'Asl di Isernia, dove sulla stampa locale si susseguono polemiche violentissime sui furbetti, ha deciso di affidare ai militari dell'Arma la gestione del proprio centro vaccinale.

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