Vaccino Covid, arrivano i fondi europei per Reithera, le Regioni: dosi in ritardo

Vaccino Covid, arrivano i fondi europei per Reithera, le Regioni: dosi in ritardo
di Rosario Dimito
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Lunedì 11 Gennaio 2021, 01:02 - Ultimo aggiornamento: 08:29

I soldi del Recovery fund per finanziare i vaccini italiani e creare una cintura di sicurezza sul fabbisogno complessivo e sul rischio di una riduzione dell’offerta, come denunciato dalle regioni, a causa dei ritardi. Nelle pieghe del piano italiano collegato con la Ue, spunta l’utilizzo di risorse collegate alla ricerca medica dove il governo investe direttamente. In particolare si tratta di finanziare Reithera, la società biotech che possiede il brevetto del vettore adnovirale, il mezzo per veicolare la particella per immunizzare dal Covid, con sede a Castel Romano.

E risorse saranno destinate anche alla fondazione Toscana Life Science (TLS), ente no-profit che ha tra i promotori la Regione Toscana, fondazione Mps, Banca Mps, provincia di Siena, università di Siena, Pisa e Firenze più altri soggetti.

Complessivamente verranno dirottati a regime centinaia di milioni, partendo da un cip iniziale.


TECNOLOGIA
Reithera controllata indirettamente da Maurizio Cortese e Stefano Colloca insieme a Jamila Louahed e Emmanuel Hanon vicepresidenti della GSK vaccines, ha sviluppato la sua arma contro il coronavirus, realizzato in collaborazione con l’Istituto Spallanzani e il supporto di Regione Lazio e dal ministero dell’Università e ricerca. Il prodotto laziale è stato sviluppato utilizzando la tecnologia del vettore virale, ma diversamente da altri con i quali condivide il metodo, come il prodotto di AstraZeneca, le dosi italiane sono stati realizzate a partire dall’adenovirus del gorilla. Il progetto toscano che utilizza anticorpi monoclonali, è un prodotto a metà fra la cura e il vaccino e si avvale anche del contributo di Rino Rappuoli, ricercatore senese, considerato uno dei massimi esperti al mondo dei vaccini.


EMERGENZA
Intanto però bisogna fare i conti con le forniture contingentate di Pfizer. Nella seconda tranche del 5 gennaio sono state consegnate 215 mila dosi, meno della metà di quelle attese, e il resto è arrivato nel giorni successivi. Finché il piano vaccinale era all’inizio, e in alcune regioni procedeva a rilento, non era un grosso problema, ora invece sì. Il Lazio, che ha già somministrato il 71,3%, è in affanno.

«Ci aspettavamo altre 70 mila dosi per oggi e invece ne arriveranno solo 50 mila mercoledì. Il problema non è l’organizzazione delle vaccinazioni, perché noi nel Lazio siamo pronti ad accelerare, ma che ci mancano le dosi», afferma l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato. Situazione critica anche in Campania, che ha già esaurito l’89,5% delle scorte.

«Le aziende sanitarie sono costrette a fermarsi - annuncia il governatore Vincenzo De Luca - Questo è l’esito di una distribuzione fatta in modo sperequato nei giorni scorsi. Martedì dovrebbero arrivare nuove forniture, ed è necessario che questo avvenga, riequilibrando i nostri quantitativi». Il Commissario Domenico Arcuri assicura che saranno disponibili già oggi e non ci sono rischi nell’approvvigionamento. Nelle prossime ore, anticipa, arriverà la terza tranche dagli stabilimenti della Pfizer in Belgio, 470 mila dosi, oltre alle le prime 47 mila di Moderna. I medici di base hanno dato la loro disponibilità a partecipare alla campagna vaccinale e stanno mettendo a punto una banca dati e un algoritmo per individuare chi deve avere la priorità per la profilassi.
 

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