Vaccini anti Covid: Call center e hub digitale cambia il piano, adesso anche Arcuri rischia

Vaccini anti Covid: Call center e hub digitale cambia il piano, adesso anche Arcuri rischia
di Francesco Malfetano
8 Minuti di Lettura
Martedì 9 Febbraio 2021, 23:01 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 00:16

Una logistica più efficiente, un call center dedicato ed una piattaforma digitale nazionale per centralizzare la gestione dei vaccini anti Covid, strappando la palla dalle mani delle Regioni. Ma anche più personale addetto alle somministrazioni e priorità all’immunizzazione degli insegnanti per far ripartire la scuola. È questa a grandi linee la strategia con cui Mario Draghi punta a prendere in mano la campagna vaccinale italiana non appena avrà giurato da premier. I primi dettagli del piano sono trapelati dopo gli incontri tenuti ieri dall’ex presidente della Bce con gli esponenti dei partiti per la seconda tornata di consultazioni. E proprio da questi, arriva anche un’altra indiscrezione. Più o meno tutti coloro che hanno parlato con il 73enne ieri, sono andati via con la sensazione che Domenico Arcuri finirà con l’essere sollevato dall’incarico di commissario per l’Emergenza o quantomeno da quello per la gestione del piano vaccinale.

In pratica la “cura Draghi” - che ieri ha ricevuto da Fratelli d’Italia un dossier sull’operato del super manager già a capo di Invitalia - si prepara a rivoltare come un calzino la campagna, ritenendola cruciale anche per ridare fiducia al Paese.

 


LOGISTICA


Così se del problema di reperire la materia prima, ovvero ulteriori dosi, si sta occupando l’Ue («a breve» dovrebbero arrivare «novità positive» per quanto riguarda i contratti con le ditte produttrici, ha spiegato il premier incaricato) Draghi ha messo nel mirino la logistica dell’operazione.

L’idea è quella di una gestione più centralizzata, meno dipendente dalle aziende sanitarie regionali. Ad esempio si utilizzerà più personale sanitario rispetto ad ora e le dosi verranno somministrate anche all’interno delle scuole. Due direttive che fanno il paio con un’altra indicazione fornita: insegnanti e personale scolastico saranno inclusi nelle categorie prioritarie. L’intenzione è quella di proseguire con l’anno scolastico fino alla fine di giugno per recuperare il tempo perso, di farlo in presenza e, ovviamente, in completa sicurezza. Per questo, si punterà anche ad implementare l’uso dei tamponi rapidi tra gli studenti. 


Ad alcuni degli interlocutori Draghi ha portato come esempio la campagna di vaccinazione del Regno Unito. Al di là della Manica si viaggia spediti con le somministrazioni, toccando picchi che superano le 400mila dosi in un giorno. Un successo derivato da una strategia differente (gli approvvigionamenti sono partiti prima per vari motivi e si è dato priorità alla prima dose) anche grazie alla predisposizione di un sistema di notifiche (via posta o online) e all’affiancamento del sistema sanitario nazionale con le farmacie (o hub mobili per le aree rurali) come siti di somministrazione. 


LA PIATTAFORMA
Non solo. Durante le consultazioni Draghi ha anche paventato la necessità di implementare una piattaforma digitale nazionale per la gestione delle dosi e di un call center per facilitare le prenotazioni in tutta la Penisola. La gestione regionale e l’ordine sparso a cui si è assistito fino ad oggi in pratica, finiranno con l’essere solo un ricordo. 
Quelli della piattaforma e del call center in verità, stando a diverse sue dichiarazioni, sono due punti a cui aveva già pensato Arcuri, senza però ad oggi riuscire a mantenere del tutto gli impegni. Tant’è che i call center ci sono ma ogni Regione li gestisce per sé, e anche la piattaforma è lontana dall’obiettivo di armonizzare l’esecuzione del piano.

Arcuri in particolare aveva parlato di una app sviluppata da Poste Italiane ed Eni che avrebbe permesso di tracciare le dosi di vaccino dalla prenotazione alla somministrazione. Questo però non è mai accaduto. O meglio, mentre il ruolo di Eni ancora non è stato svelato (potrebbe rientrare in una seconda fase per analizzare i dati raccolti) una settimana fa Poste ha presentato una piattaforma gestionale - dunque non una app - in uso gratuito alle Regioni. Un sistema in grado di coordinare i meccanismi di prenotazione, organizzare le somministrazioni e inviare i dati al ministero della Salute. La piattaforma però al momento è utilizzata solo in Sicilia, Marche, Calabria e Abruzzo. Poche per una gestione centrale e puntuale della campagna come quella che sembra avere in mente Mario Draghi.

 Una logistica più efficiente, un call center dedicato ed una piattaforma digitale nazionale per centralizzare la gestione dei vaccini, strappando la palla dalle mani delle Regioni. Ma anche più personale addetto alle somministrazioni e priorità all’immunizzazione degli insegnanti per far ripartire la scuola. È questa a grandi linee la strategia con cui Mario Draghi punta a prendere in mano la campagna vaccinale italiana non appena avrà giurato da premier. I primi dettagli del piano sono trapelati dopo gli incontri tenuti ieri dall’ex presidente della Bce con gli esponenti dei partiti per la seconda tornata di consultazioni. E proprio da questi, arriva anche un’altra indiscrezione. Più o meno tutti coloro che hanno parlato con il 73enne ieri, sono andati via con la sensazione che Domenico Arcuri finirà con l’essere sollevato dall’incarico di commissario per l’Emergenza o quantomeno da quello per la gestione del piano vaccinale. In pratica la “cura Draghi” - che ieri ha ricevuto da Fratelli d’Italia un dossier sull’operato del super manager già a capo di Invitalia - si prepara a rivoltare come un calzino la campagna, ritenendola cruciale anche per ridare fiducia al Paese.


LOGISTICA
Così se del problema di reperire la materia prima, ovvero ulteriori dosi, si sta occupando l’Ue («a breve» dovrebbero arrivare «novità positive» per quanto riguarda i contratti con le ditte produttrici, ha spiegato il premier incaricato) Draghi ha messo nel mirino la logistica dell’operazione. L’idea è quella di una gestione più centralizzata, meno dipendente dalle aziende sanitarie regionali. Ad esempio si utilizzerà più personale sanitario rispetto ad ora e le dosi verranno somministrate anche all’interno delle scuole. Due direttive che fanno il paio con un’altra indicazione fornita: insegnanti e personale scolastico saranno inclusi nelle categorie prioritarie. L’intenzione è quella di proseguire con l’anno scolastico fino alla fine di giugno per recuperare il tempo perso, di farlo in presenza e, ovviamente, in completa sicurezza. Per questo, si punterà anche ad implementare l’uso dei tamponi rapidi tra gli studenti. 


Ad alcuni degli interlocutori Draghi ha portato come esempio la campagna di vaccinazione del Regno Unito. Al di là della Manica si viaggia spediti con le somministrazioni, toccando picchi che superano le 400mila dosi in un giorno. Un successo derivato da una strategia differente (gli approvvigionamenti sono partiti prima per vari motivi e si è dato priorità alla prima dose) anche grazie alla predisposizione di un sistema di notifiche (via posta o online) e all’affiancamento del sistema sanitario nazionale con le farmacie (o hub mobili per le aree rurali) come siti di somministrazione. 


LA PIATTAFORMA
Non solo. Durante le consultazioni Draghi ha anche paventato la necessità di implementare una piattaforma digitale nazionale per la gestione delle dosi e di un call center per facilitare le prenotazioni in tutta la Penisola. La gestione regionale e l’ordine sparso a cui si è assistito fino ad oggi in pratica, finiranno con l’essere solo un ricordo. 
Quelli della piattaforma e del call center in verità, stando a diverse sue dichiarazioni, sono due punti a cui aveva già pensato Arcuri, senza però ad oggi riuscire a mantenere del tutto gli impegni. Tant’è che i call center ci sono ma ogni Regione li gestisce per sé, e anche la piattaforma è lontana dall’obiettivo di armonizzare l’esecuzione del piano. Arcuri in particolare aveva parlato di una app sviluppata da Poste Italiane ed Eni che avrebbe permesso di tracciare le dosi di vaccino dalla prenotazione alla somministrazione. Questo però non è mai accaduto. O meglio, mentre il ruolo di Eni ancora non è stato svelato (potrebbe rientrare in una seconda fase per analizzare i dati raccolti) una settimana fa Poste ha presentato una piattaforma gestionale - dunque non una app - in uso gratuito alle Regioni. Un sistema in grado di coordinare i meccanismi di prenotazione, organizzare le somministrazioni e inviare i dati al ministero della Salute. La piattaforma però al momento è utilizzata solo in Sicilia, Marche, Calabria e Abruzzo. Poche per una gestione centrale e puntuale della campagna come quella che sembra avere in mente Mario Draghi.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA