Raffreddore e influenza per il meteo instabile, ecco come non ammalarsi per gli sbalzi termici

Difendersi dai "colpi di freddo" si può: bisogna proteggere e curare l'intestino

Raffreddore, arrivano le prime influenze stagionali legate agli sbalzi termici: ecco cosa fare per prepararsi all'autunno
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Sabato 17 Settembre 2022, 17:05 - Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 12:44

Attenzione a gola, naso e patologie collegate con le prime vie respiratorie. Dal grande caldo al freddo autunnale in poche ore può essere uno sbalzo micidiale per l'organismo. La variabilità meteorologica di questi giorni è l'incubo per il rientro al scuola dei bambini, ma anche rischiosa per gli anziani. Due specialisti, una nutrizionista e un immunologo, spiegano cosa accade all'organismo e come difendersi, anche attraverso quello che mangiamo. «Quando si verificano cambiamenti climatici, come ad esempio il passaggio dal grande caldo al freddo intenso, il nostro organismo reagisce attivando un meccanismo di termoregolazione. Per mantenere la temperatura corporea costante sui 37 gradi, in condizioni di basse temperature, il corpo genera calore attraverso il metabolismo dell'energia proveniente dall'attività muscolare e dall'alimentazione, mentre con un clima più arido disperde il calore attraverso i processi di sudorazione e minzione», spiega all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata. «Poiché questo complesso meccanismo di regolazione termica coinvolge apparati di organi vitali, come il sistema cardiocircolatorio, polmonare, nervoso, ormonale, è faticoso adattarsi velocemente a brusche variazioni delle temperature, soprattutto per chi soffre di patologie croniche o chi ha difese immunitarie deboli come gli anziani o i bambini.

L'apparato che potrebbe maggiormente risentire del cambiamento è quello respiratorio: non a caso al cambio di stagione sono molto frequenti raffreddore e faringite», evidenzia Minelli. «Se le temperature scendono in picchiata, molte specie di microrganismi (siano batteri o virus) trovano un ambiente più adatto alla loro sopravvivenza e promuovono una serie di strategie d'azione per rendere meno efficienti le difese di prima linea di cui l'organismo umano dispone - rimarca l'immunologo - Le prime vie respiratorie, proprio perché esposte di continuo ai numerosi microrganismi presenti nell'aria, possiedono un valido sistema di protezione capace di bloccare e allontanare gli intrusi prima che possano far danni. Il classico "colpo di freddo", al quale si può essere esposti nei passaggi di stagione per le variazioni termiche naturali, provoca la compromissione di questo sofisticato lavoro delle cellule della mucosa respiratoria, facilitando così la vita ai microbi.

Un repentino abbassamento della temperatura - aggiunge - tuttavia, può portare con sé anche dolori articolari, contratture muscolari, crampi addominali, mal di testa, nevralgie e soprattutto quando l'esposizione al freddo è improvvisa e intensa, anche paralisi temporanea del nervo facciale». 

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Colpo di freddo: come difendersi mangiando

 Per difendersi, anche a tavola, la nutrizionista Dominga Maio suggerisce «di archiviare definitivamente gli eccessi e le abbuffate dell'estate per lasciare spazio ad un'alimentazione nutriente e varia, aumentando leggermente anche l'apporto calorico giornaliero. Diete molto restrittive con pochissime calorie potrebbero rallentare la capacità di regolare la temperatura corporea. Tutte le verdure di stagione - ricorda Maio - del mese di settembre e ottobre, come zucche, funghi, scalogno, zucchine, barbabietole, cicoria, le crucifere e le brassicacee, cetrioli, spinaci, bietole, sedano, porro, peperoni, patate, cipolle, lattuga, finocchi sono ricchi di acido folico, di vitamina C, di carotenoidi, precursori della vitamina A e di antiossidanti che stimolano le difese immunitarie».

«Per non parlare poi della melagrana che è la regina dell'autunno - suggerisce la nutrizionista - dotata di proprietà antinfiammatorie e antiossidanti e che non dobbiamo dimenticare di portare in tavola quando l'abbiamo a disposizione, perché si tratta di un vero e proprio toccasana per la salute.

Assumere liquidi, come la giusta quantità di acqua o di spremute e frullati dei frutti di stagione, fa sì che si introducano sali minerali e vitamine in quantità almeno sufficiente a svolgere un'azione protettiva sulle cellule e sul sistema immunitario. Evitare di bere bevande alcoliche in genere, in quanto dopo una iniziale sensazione di beneficio, promossa dalla loro proprietà di dilatare i vasi sanguigni e quindi determinare una piacevole sensazione di calore, lasciano spazio ad una vasocostrizione che induce molto freddo».

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 «Al di là di quel che possono essere le regole standard improntate al rispetto di abitudini salutari che aiutino il sistema immunitario a lavorare in modo ottimale, tante nuove evidenze scientifiche suggeriscono la necessità di mantenere in buona salute il nostro microbiota intestinale, oragno essenziale per l'induzione, la formazione e le funzioni, nell'organismo ospitante, del sistema immunitario - rimarca Minelli - Assicurare l'eubiosi, ossia una distribuzione estremamente differenziata, con una notevole maggior prevalenza dei tipi batterici protettivi rispetto a quelli potenzialmente dannosi, garantisce che tutte le attività intestinali si svolgano in maniera efficiente, come la digestione di macromolecole alimentari e la maturazione del sistema immunitario». «La perdita di questa diversificazione e, quindi, la rottura dell'equilibrio nell'ecosistema microbico intestinale, unita alla comparsa di squilibri tra le proporzioni dei ceppi batterici con predominanza di quelli potenzialmente patogeni, magari a causa di un'alterazione della barriera mucosa protettiva sottostante al microbiota, può avere gravi conseguenze per la salute. In questi casi si verifica una disbiosi che è solitamente associata ad una vasta gamma di disturbi anche extraintestinli, tra i quali quelli respiratori», aggiunge l'immunologo. «Evidenze sperimentali associate a un'ampia letteratura scientifica incentrata sull'interazione tra il tratto respiratorio e quello gastrointestinale sono sempre più consistenti, documentando nei fatti un «asse intestino-polmoni», cioè una comunicazione a doppia via realizzata per il tramite dei microbi dell'uomo. Si riscontrano molto spesso alterazioni della composizione microbica intestinale, per esempio, nell'asma bronchiale e nelle allergie, nella fibrosi cistica o nei tumori polmonari. È come se grazie alla flora batterica, lungo l'asse intestino-polmone, venisse modulata l'efficacia della risposta immunitaria e, di conseguenza, l'entità dei processi infiammatori anche in sedi distanti dall'intestino», conclude Minelli. 

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