Omicron, l'Oms: diminuiscono contagi e morti. Ma dati falsati dai mancati test. Variante Xe, 600 casi ad oggi

Omicron, l'Oms: diminuiscono contagi e morti. Ma dati falsati dai mancati test. Variante Xe, 600 casi ad oggi
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Mercoledì 6 Aprile 2022, 09:08 - Ultimo aggiornamento: 10:12

«Dopo l'aumento osservato durante la prima metà di marzo, il numero di nuovi casi di Covid-19» a livello globale «è diminuito per la seconda settimana consecutiva, con un calo del 16% dal 28 marzo al 3 aprile. In forte riduzione anche il numero dei nuovi decessi (-43%) rispetto alla settimana precedente, quando era stato osservato un picco artificiale» legato a cambiamenti nella definizione delle morti Covid in Cile e Usa e ad aggiustamenti retrospettivi in India e nel Sudest asiatico. È quanto emerge dall'ultimo report settimanale dell'Organizzazione mondiale della sanità, che ancora una volta precisa come «queste tendenze dovrebbero essere interpretate con cautela, poiché diversi Paesi stanno progressivamente cambiando le loro strategie di test, determinando una riduzione complessiva dei tamponi eseguiti e quindi dei positivi rilevati».

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Nel periodo in esame, nelle 6 regioni Oms sono stati segnalati oltre 9 milioni di nuovi casi e più di 26mila nuovi decessi, che portano il bilancio da inizio pandemia a poco più di 489 milioni di contagi e oltre 6 milioni di morti.

Tutte le regioni hanno registrato un calo sia dei casi sia dei decessi. Il maggior numero di nuovi positivi è stato riportato da Repubblica di Corea (2.058.375, -16%), Germania (1.371.270, -13%), Francia (959.084, +13%), Vietnam (796.725, -29%) e Italia (486.695, -3%). Il maggior numero di nuove morti è stato segnalato da Stati Uniti (4.435, -10%), Federazione Russa (2.357, -18%), Repubblica di Corea (2.336, -5%), Germania (1.592, +5%) e Brasile (1.436, -19%).

Omicron, Oms: «In molti Paesi ancora focolai significativi»

A livello europeo, dopo l'aumento dei casi osservato nella regione durante la prima metà di marzo - ricorda l' Oms - i nuovi contagi settimanali sono diminuiti per la seconda settimana consecutiva (-16%) a oltre 4,6 milioni, mentre i nuovi decessi hanno continuato a calare, a oltre 10mila (-15%). In 4 Paesi della regione i nuovi casi sono cresciuti del 20% o più, specie a Malta (+74%), in Uzbekistan (+28%) e Kirghizistan (+27%). Il numero maggiore di nuovi contagi è stato registrato da Germania (1.371.270, 1648,8/100mila, -13%), Francia (959.084; 1474,6/100mila, +13%) e Italia (486.695, 816,0/100mila, -3%). Ai primi posti per numero di morti riportate ci sono invece Federazione Russa (2.357, 1,6/100mila, -18%), Germania (1.592, 1,9/100mila, +5%) e Italia (966, 1,6/100mila, -4%).

«Dalla prima settimana del 2022, quando sulla piattaforma Gisaid è stato riportato il maggior numero settimanale di sequenze virali (284.061) - sottolinea l' Oms - il dato è diminuito progressivamente. Durante la 12esima settimana dell'anno, dal 21 al 27 marzo, sono state raccolte e inviate a Gisaid solo 65.381 sequenze, con una riduzione media del 12% nella raccolta settimanale e nella presentazione delle sequenze» di Sars-CoV-2, calcola l'agenzia ginevrina che la scorsa settimana aveva lanciato un allarme per questo calo, avvertendo i Paesi che la diminuzione dei tamponi rischiava di compromettere i sistemi di monitoraggio della pandemia a livello globale. Se infatti «la diminuzione delle sequenze è coerente con la tendenza complessiva nei nuovi casi osservati» nel mondo, l' Oms spiega che «può anche riflettere i cambiamenti nelle politiche di sorveglianza epidemiologica in alcuni Paesi, incluse variazioni nelle strategie di campionamento e sequenziamento, con una conseguente riduzione del numero complessivo di test e dunque un minor numero di casi rilevati». 

 

VARIANTE XE - «Il ricombinante Xe è stato rilevato per la prima volta nel Regno Unito il 19 gennaio e al 29 marzo sono state segnalate e confermate circa 600 sequenze». Se «prime stime suggeriscono che Xe ha un vantaggio di trasmissione del 10% rispetto a BA.2», la cosiddetta Omicron 2, «questo dato richiede un'ulteriore conferma». Lo ripete l'Organizzazione mondiale della sanità. Tecnicamente non una variante a sé, considerato che per ora, finché non emergeranno differenze significative nella contagiosità e nelle patogenicità del mutante, «il ricombinante Xe - ribadisce l'Oms - viene monitorato come parte della variante Omicron».

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