Covid, allarme bambini obesi in Italia: «Rischio di forme gravi triplo»

Covid, è allarme bambini obesi in Italia: per loro il rischio di forme gravi è triplo
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Mercoledì 3 Marzo 2021, 17:34

I bambini obesi sono più vulnerabili alle forme gravi di Covid. Secondo uno studio multicentrico, pubblicato da poco sul Journal of Pediatrics, sono stati analizzati i dati di 281 bambini ricoverati per infezione da coronavirus, emerge che in età pediatrica l'obesità e la presenza di ipossia (cioè la carenza di ossigeno) rappresentano dei fattori importanti.

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I dati

La vicepresidente della Società italiana di pediatria (Sip) Annamaria Staiano ha inoltre sottolineato che «una revisione sistematica e meta-analisi pubblicata a febbraio 2021, che ha incluso dati di 285.004 soggetti pediatrici con infezione da Sars-Cov2, ha evidenziato che un decorso severo di Covid-19 e/o il ricovero in terapia intensiva si è verificato nel 5,1% dei piccoli con pregresse comorbilità rispetto allo 0,2% di quelli senza comorbilità», così Staiano.

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Che ha proseguito: «Nello specifico, per un bambino obeso il rischio relativo di sviluppare una forma grave di Covid-19 è pari a 2,87, confermando l'ipotesi che l'obesità rappresenti un importante fattore di rischio per manifestazioni cliniche più severe», così Staiano. Con il 9,4% dei bambini obesi (di cui il 2,4% gravemente obesi) e il 20,4% in sovrappeso, l'Italia è al quarto posto in Europa.

Dopo Cipro, Grecia e Spagna. Un problema, sottolinea Sip alla vigilia della Giornata Mondiale dell'obesità, ancora più grave in tempo di pandemia da coronavirus.

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L'appello

La Sip ha quindi sottolineato la necessità di «azioni di contrasto all'obesità infantile, anche seguendo l'esempio di altri Paesi. Un recentissimo articolo ha dimostrato come il supporto delle politiche sociali per l'infanzia (asili nido, assegni familiare, detrazioni fiscali) sia in grado di determinare una riduzione nella prevalenza di obesità infantile, indipendentemente da eventuali fattori confondenti (prodotto interno lordo pro capite, tasso di disoccupazione, tasso di povertà)».

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Inoltre «si dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, l'importanza di politiche sociali volte all'educazione sanitaria e alla promozione di uno stile di vita sano (alimentazione equilibrata ed attività fisica regolare fin dalla prima infanzia) che rappresenta l'arma principale per combattere questa silenziosa epidemia», conclude la vicepresidente Sip Annamaria Staiano.

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