Tumori, studio Ocse: diagnosi precoci e cure efficaci, in Italia sopravvivenza più alta

Tumori, studio Ocse: diagnosi precoci e cure efficaci, in Italia sopravvivenza più alta
di Grazia Melina
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Sabato 18 Gennaio 2020, 11:29 - Ultimo aggiornamento: 11:31

Curarsi per il cancro in Italia può fare davvero la differenza. Secondo il rapporto «State of Health in the Eu: Italy. Country Health Profile 2019», presentato ieri a Bari, nel nostro Paese i tassi di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di malattie oncologiche sono più elevati rispetto alla media europea. Prendendo in esame il numero delle persone che hanno ricevuto una diagnosi tra il 2010 e il 2014, gli esperti dell'Ocse e dell'Osservatorio Europeo delle Politiche e dei Sistemi Sanitari, in collaborazione con la Commissione Europea, hanno rilevato che per il tumore alla prostata in Italia la sopravvivenza è del 90% contro una media dell'87% nel resto d'Europa. Per il cancro ai polmoni è del 16%, rispetto al 15% europeo. Livelli positivi anche per le neoplasie al seno: 86% in Italia contro l'83%.

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Per il tumore al colon ci si attesta al 64%, rispetto al 60%. La ragione del successo della sanità italiana, come riconosce lo stesso rapporto, è da attribuire senz'altro alla organizzazione del nostro sistema sanitario. «Nonostante i livelli di screening relativamente bassi, i tassi di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di queste e altre malattie oncologiche - si legge nel report - sono leggermente più elevati in Italia rispetto ad altri paesi dell'Ue a dimostrazione del fatto che il sistema sanitario nazionale fornisce di norma cure efficaci e tempestive per i pazienti oncologici».

LE REGIONI
In realtà, dietro i numeri incoraggianti del rapporto europeo, la realtà dell'assistenza oncologica in Italia non è ancora omogenea in tutte le Regioni, come emerge dal volume I numeri del cancro in Italia 2019, realizzato dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica-Aiom, dall'Associazione Italiana Registri Tumori-Airtum, e da Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia). Non in tutte le aree del Paese, infatti, i programmi di screening funzionano ed è possibile quindi individuare la malattia in stadio iniziale. La tempestività della diagnosi aumenta le possibilità di guarigione.

I NUMERI
Nel 2019 sono stimate 371mila diagnosi (196mila uomini e 175mila donne), erano 373mila nel 2018: duemila in meno in 12 mesi. I cinque tumori più frequenti sono quello della mammella, (53.500 casi nel 2019), colon-retto (49000), polmone (42.500), prostata (37.000) e vescica (29.700). In calo, in particolare, le neoplasie del colon retto, dello stomaco, del fegato e della prostata e, solo negli uomini i carcinomi del polmone, che continuano, invece, ad aumentare fra le donne (+2,2% annuo), per la diffusione dell'abitudine al fumo di sigaretta. In crescita anche il tumore della mammella e quelli del pancreas, della tiroide, oltre che i melanomi (soprattutto al Sud). «Essendo il nostro un sistema sanitario che dispone la possibilità per tutti di accedere ai trattamenti ottimali - spiega Giordano Beretta, presidente dell'Aiom - si consente nella realtà di ottenere risultati migliori».

Anche se in maniera non completa, perché gli screening non sono attivati al 100 per cento su tutto il territorio nazionale. «Questo spiega alcune differenze tra Nord e Sud. Ma avere un sistema sanitario universale porta a fare delle diagnosi più precocemente e a fornire tutti i pazienti di tutti i trattamenti potenzialmente disponibili». Proprio per questo il servizio sanitario va ormai rafforzato. «Vivremo nei prossimi anni la problematica di carenza di personale, anche perché, tra l'altro - aggiunge Beretta - qualcuno se n'è andato all'estero perché qui in Italia è pagato meno. E poi abbiamo attivato pochi posti di specialità rispetto a quello che sarebbe stato giusto. I finanziamenti sulla ricerca, inoltre, sicuramente sono sottodimensionati. Se avessimo insomma più risorse, e le reti fossero attivate, avremmo risultati ottimali ancora migliori».

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