Astrazeneca, Ema verso lo sblocco. Palù (Aifa): dubbi sull’uso della pillola

Astrazeneca, Ema verso lo sblocco. Palù (Aifa): dubbi sull’uso della pillola
di Francesco Malfetano e Graziella Melina
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Giovedì 18 Marzo 2021, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 13:58

Un po’ di chiarezza. È quella che ci si attende oggi su AstraZeneca da parte dell’Agenzia europea per i medicinali. L’Ema dovrà infatti rendere pubblici i risultati dell’analisi supplementare condotta sui dati raccolti in tutta Europa nei giorni scorsi per verificare la possibile esistenza di una nesso causale tra la somministrazione del farmaco prodotto dall’azienda anglo-svedese (tutto o solo alcuni lotti) e l’insorgenza di trombosi cerebrali o di altri effetti collaterali potenzialmente fatali. 

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Nonostante la preoccupazione espressa dal presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) Giorgio Palù e il clamore sollevato dal “caso della pillola anticoncezionale” - «mi aspetto che l’Ema darà una nota di avvertenza» ha detto il virologo a “Porta a Porta”, rispetto alle «donne che prendono la pillola, che è un farmaco pro-trombotico, o che hanno difetti della coagulazione del sangue» - al momento tutto sembra spingere nella direzione di un nuovo via libera che faccia riprendere ovunque nel Vecchio Continente le somministrazioni.

I benefici, come sottolineato dalla stessa Ema già nei giorni scorsi, sono maggiori dei rischi.


Con alcuni però. Ad esempio non è affatto detto che quello in arrivo sarà un ok definitivo. A quanto si apprende l’Ema potrebbe infatti riservarsi la possibilità di approfondire ulteriormente la questione. Un sì condizionato, a cui potrebbero seguire avvertenze per particolari categorie. 


I DUBBI
«Non mi aspetto che ci sia nulla di decisivo» ha spiegato infatti Vittorio Demicheli, epidemiologo e presidente del Comitato scientifico per la sorveglianza post-marketing dei vaccini Covid-19 dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). «Nella banca dati europea - ha aggiunto - non ci sono ancora praticamente le informazioni sulla base delle quali gli Stati hanno preso le loro decisioni, quindi dubito ci sia il tempo per avere informazioni compiute e prendere una decisione definitiva nel giro di così poche ore». In pratica bisognerà approfondire, con il rischio che il disastro comunicativo che nei giorni scorsi ha quasi generato una psicosi degeneri ulteriormente dopo che, stando a un sondaggio Bva Doxa ha già spinto il 65% degli italiani a voler scegliere il marchio del vaccino.

 
GLI ESPERTI
In attesa che Ema e Aifa diano indicazioni sui possibili farmaci incriminati, gli esperti provano a ridimensionare la faccenda. «Bisogna sgombrare il campo dall’equivoco - rimarca Filippo Drago, ordinario di farmacologia dell’Università di Catania e componente della task force sul Covid della Società italiana di Farmacologia - Che alcuni soggetti che assumono determinati farmaci possano avere un evento trombotico dopo il vaccino è possibile, ma non dipende dalla inoculazione». Il punto è che sono numerose le terapie che portano con sé il rischio di effetti spiacevoli. E spesso si assumono senza starci troppo a pensare. «Alcuni farmaci - rimarca Drago - sono rischiosi a prescindere. Quando si prescrive un contraccettivo, il medico deve richiedere indagini che riguardano la coagulazione. Questi prodotti, infatti, aumentano il rischio di eventi trombotici.

 
Serve cautela poi «nelle terapie sostitutive con estrogeni nei soggetti in meno pausa». Persino in medicinali che si assumono con leggerezza, come appunto gli antinfiammatori, il rischio di coaguli è dietro l’angolo. «È stato pubblicato uno studio di metanalisi che dimostra che quelli non steroidei, soprattutto i più moderni - avverte Drago - sono gravati di un rischio maggiore di tromboembolia. Ci sono poi i farmaci antireumatici, di ultima generazione, che hanno questo rischio, per cui non possono essere utilizzati in soggetti trombofilici. Non dimentichiamo inoltre che gli antipsicotici, i più recenti, aumentano il rischio di eventi acuti anche trombotici». 


Persino chi non assume farmaci, ma non può fare a meno delle sigarette, potrebbe però ritrovarsi in situazioni spiacevoli. «La nicotina - mette in guardia Drago - è un vaso costrittore che stimola la coagulazione e quindi nei soggetti fumatori il rischio aumenta notevolmente».

 

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