Cibo&Ormoni, il chirurgo endocrino Stefano Spiezia: «Ridurre gli zuccheri per bilanciare cortisolo e insulina»

A Napoli la prima sperimentazione per trattare i noduli beningni della tiroide con scariche elettriche

Cibo&Ormoni, il chirurgo endocrino Stefano Spiezia: «Ridurre gli zuccheri per bilanciare cortisolo e insulina»
di MARIA PIRRO
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Giovedì 11 Maggio 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:47

Chirurgo endocrino, Stefano Spiezia è un pioniere nel trattamento non invasivo dei noduli alla tiroide.

All’ospedale del Mare di Napoli, il professionista pratica anche tutte le altre tecniche, dalle micro-onde alla termoablazione. «Ma il mio intervento non finisce in sala operatoria. Decisiva è la prevenzione di queste patologie, sempre più diffuse», spiega.

È vero che tutto quello che mangiamo incide sull’equilibrio ormonale del nostro organismo?

«Certamente. Il suggerimento è quello di ridurre il più possibile gli zuccheri bianchi e raffinati e aumentare le porzioni di frutta, cereali integrali e verdure perché aiutano a bilanciare insulina e cortisolo, due ormoni che agiscono in modo sostanzialmente opposto ma, insieme, regolano i livelli di carboidrati e quindi sul rischio cancro e cardiovascolare e di danni a fegato e reni».

L’effetto sugli ormoni è per tutti uguale?

«No, è legato al sesso e alla età, al peso e ad alcune patologie, come quelle autoimmuni.

E, più in generale, allo stile di vita: perché non basta neppure una dieta bilanciata, bisogna fare movimento, ogni giorno, se possibile. Tutti, senza distinzioni, non fosse altro perché l’equilibrio ormonale condiziona anche l’umore».

Ci sono alimenti che aiutano a mantenere alto l’umore?

«Il rilascio della serotonina viene prodotto dagli amminoacidi contenuti nei cereali, nella cioccolata e nelle verdure a foglia larga. Ma anche le uova, le nocciole, le arachidi, i legumi, la carne e il pesce migliorano l’umore, poiché questi alimenti sono ricchi di triptofano, il neurotrasmettitore secreto nel cervello e nell’intestino».

Quali altri cibi hanno effetti benefici sul lavoro dei nostri ormoni e quali negativi?

«Ogni alimento ha potenziali benefici o non. Il segreto è bilanciare gli elementi essenziali e fare una regolare attività fisica».

Ma come facciamo a scoprire quali sono i cibi migliori per noi, a parte le intolleranze o il mal di stomaco?

«Mai con il fai-da-te. Occorre rivolgersi a uno specialista per analizzare il quadro clinico e metabolico e personalizzare la dieta correttamente».

Quanto influisce l’obesità sull’equilibrio ormonale?

«Dipende. L’obesità spesso è causata da cattive abitudini a tavola, ma ci sono alcune condizioni patologiche che possono favorire l’aumento dei grassi nel nostro organismo, come la riduzione degli ormoni tiroidei in circolo o, appunto, l’aumento di cortisolo e insulina».

Dolori infiammatori, muscolari, depressione e fibromialgia sono legati anche a una dieta sbagliata?

«Sono tutte patologie che hanno una origine multifattoriale, e vanno trattate caso per caso. Certo, alcuni alimenti possono aiutare a contenerle, come la frutta secca, tutte le verdure, i cereali non raffinati, il pesce azzurro».

Che ruolo ha la tiroide sul metabolismo?

«Regola i processi energetici della cellula attraverso l’azione dell’ormone T3: una sua diminuzione in circolo provoca l’ipotiroidismo, ossia un rallentamento di tutte le funzioni metaboliche e quindi un aumento di peso, mentre una accelerazione determina l’ipertiroidismo. Ma le malattie tiroidee sono estremamente frequenti, non solo per gli squilibri ormonali, e portano anche sonnolenza, stanchezza, sudorazione, perdita di capelli, intolleranza al freddo, batticuore, ansia, insonnia, iperattività, tremore».

In che cosa consiste la sperimentazione avviata a Napoli?

«È la prima e al momento l’unica al mondo che utilizza scariche elettriche nel trattamento dei noduli benigni alla tiroide, per l’ablazione, senza utilizzare il calore, come alternativa alla chirurgia. Ma la tecnica funziona già per altre neoplasie come quelle al pancreas o il melanoma. Lo studio, di fase 1, è possibile grazie al manager Ciro Verdoliva e alla collaborazione con il collega Ralph Tufano Chair, docente della Università di Sarasota in Florida».

Per quali pazienti è indicato il nuovo trattamento?

«Per quelli affetti da una patologia nodulare benigna che lamentano diversi sintomi, dall’oppressione al collo alle difficoltà alla deglutizione, e hanno un gozzo evidente. Cinque sono stati già operati, altri 10 selezionati e altri ancora nel corso dell’anno potrebbero entrare nel programma, una volta che saranno evidenti i risultati. I primi, però, sono già chiari: anestesia locale anziché generale, niente cicatrici e lesioni eventuali ai nervi o alle corde vocali. Inoltre, non rimuovere la tiroide evita di dover assumere una terapia sostitutiva per tutta la vita».

Altri suggerimenti anche per chi non è ammalato?

«Assumere sale iodato contenuto nei crostacei, nei pesci e nelle alghe, il cui fabbisogno è di almeno 150 microgrammi al giorno. E poi, eseguire periodicamente gli esami ormonali ed ecografici».

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