Una app cattura i sogni e i segreti della psiche

Michele Bellesi
di Edoardo Danieli
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Giovedì 9 Giugno 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 06:53

Creare un’applicazione per telefoni cellulare capace di registrare, in maniera autonoma, e trascrivere il contenuto dei sogni e informazioni sulla qualità del sonno con l’obiettivo di studiare lo stato di salute mentale delle persone.

È il progetto dell’Università di Camerino che ha lanciato una call per volontari al fine di testare la versione beta dell’applicazione, prima della diffusione generale. Il progetto nasce in seno al Brain and Sleep Research Lab (bsr-laboratory.org) di Unicam guidato dai professori Luisa de Vivo e Michele Bellesi (nella foto) che ha la mission di investigare le basi neurofisiologiche del sonno e del funzionamento del cervello. Proprio Bellesi è il promotore dell’iniziativa sul sonno e i sogni sviluppata di concerto con la professoressa Emanuela Merelli della Sezione di Informatica della Scuola di Scienze e Tecnologie di Unicam e il dottor Giulio Bernardi dell’Imt di Lucca.

Spiega Bellesi: «Il nostro obiettivo è creare un database nazionale sui resoconti dei sogni raccolti con la app che ci permetta di risalire allo stato cognitivo ed emotivo delle persone». Dalla qualità del sonno e dei sogni allo stato di benessere, dice ancora il docente, «per verificare se attraverso l’interpretazione neurolinguistica dei sogni riusciamo a cogliere aspetti della salute mentale della popolazione». La ricerca di volontari è ancora aperta a tutti coloro che volessero partecipare, mentre i test sulla app proseguono con particolare riferimento alla popolazione del comprensorio di Camerino. Si tratta di una scelta dettata dalla volontà di avviare test su una parte di popolazione che ha subito ripetute catastrofi: in questo caso il terremoto del 2016 e la pandemia di Coronavirus. Conclude Bellesi: «Riteniamo che uno strumento semplice e automatizzato, quale l’app per telefonini, possa aiutare a misurare, ad esempio, l’impatto di eventi catastrofici sulla salute mentale di intere popolazioni, e consentire di incrementare l’efficacia delle tecniche di intervento post-disastro indirizzandole verso fasce di popolazioni più vulnerabili». 

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