Sindrome delle gambe senza riposo, la soluzione in ferro e dopamina

Sindrome delle gambe senza riposo, la soluzione in ferro e dopamina
di Graziella Melina
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Giovedì 9 Giugno 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 10:03

Sdraiarsi sul letto a fine giornata ma non riuscire a prendere sonno perché il corpo non si rilassa: è un fastidio che più o meno tutti nella vita hanno sperimentato.

Ma provare questa sensazione ogni notte è altra cosa. Una patologia. È la cosiddetta sindrome delle gambe senza riposo, che può manifestarsi anche con sensazioni spiacevoli ai piedi, ai polpacci e alle cosce. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità colpisce almeno una persona su 10. I sintomi possono svilupparsi in tutte le fasi della vita, persino da piccoli. Di sicuro, è un problema che molte donne si ritrovano ad affrontare spesso: presentano circa il doppio della probabilità di essere colpite dalla malattia di Willis-Ekbom rispetto agli uomini. «Quando si mettono a riposo, seduti oppure distesi per un tempo prolungato – spiega Giacomo Della Marca, neurologo della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma – questi pazienti cominciano ad avere una sensazione di fastidio e irrequietezza alle gambe, che poi però si attenua con il movimento. A volte, possono essere sintomi temporanei. Quando la patologia è più grave il disturbo diventa persistente e si manifesta sempre».

I SINTOMI

I movimenti degli arti durante il sonno coinvolgono fino all’80% delle persone colpite dalla malattia. I sintomi in sostanza possono variare a seconda del soggetto che ne soffre, in genere però si avverte un formicolio, un bruciore, un prurito oppure un dolore palpitante alle gambe, più raramente alle braccia. A volte, c’è chi prova persino una sensazione dolorosa ai polpacci. La situazione più comune è anche quella più fastidiosa: le gambe si agitano in modo incontrollabile, i movimenti sono brevi e ripetitivi, ogni 10-60 secondi.

E in molti casi possono essere così intensi da interrompere il sonno. «In genere questi disturbi sono più accentuati nelle ore serali, quando una persona si mette distesa a letto, a riposo. E questo può rendere difficile l’addormentamento – spiega il neurologo del Gemelli – Ma si possono manifestare anche durante la giornata, se per esempio si fa un viaggio lungo in macchina senza muoversi, oppure se si va al cinema o a teatro, e si ha dunque un’immobilità prolungata».

LE CONDIZIONI

Seppure sia difficile comprendere le cause, le condizioni che sono legate alla sindrome delle gambe senza riposo sono invece note. A cominciare dalla gravidanza: circa una donna su 5 sperimenta i sintomi della malattia negli ultimi tre mesi della gestazione. Di solito, comunque, i fastidi scompaiono successivamente al parto. «Sappiamo che la causa più comune è la carenza di ferro nel sangue – spiega Della Marca – Ci sono però forme cosiddette idiopatiche, senza una causa specifica, e allora in questi casi si può controllare il disturbo, ma non sempre si può eliminare del tutto. Non dimentichiamo che a volte la cosiddetta sindrome delle gambe senza riposo può essere il segnale di un’altra malattia, per esempio di una polineuropatia, oppure di lesioni del sistema nervoso. Ma è un’eventualità rara». Purtroppo, secondo gli esperti, non è possibile prevenire l’insorgenza dei sintomi. Può esistere una predisposizione familiare. A volte ha una prevalenza stagionale, d’estate chi ne soffre sta peggio. Bisogna poi fare attenzione alle condizioni che portano a una carenza di ferro. In alcune situazioni, come per esempio la gravidanza, il disturbo si può evitare controllando l’anemia. La ricerca sta facendo passi avanti per trovare nuove terapie. Più efficaci. «Ci sono casi in cui il fastidio è curabile, ma non sempre si può – ricorda Della Marca – Si può però trovare un equilibrio e convivere con il disturbo. I principali farmaci che vengono utilizzati aumentano il livello di dopamina, e sono simili a quelli che si usano per il Parkinson. Attenzione all’alimentazione: per chi ha una predisposizione a questi disturbi, le diete povere di ferro sono sempre sconsigliate». 

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