La montagna d’inverno non è solo sci di pista. Sull’Appennino o sulle Dolomiti, quando arriva la neve, si può godere di una totale immersione nella natura anche camminando o scegliendo di sciare lontani da impianti di risalita o da altre situazioni affollate. Parliamo di scialpinismo (si sale a piedi, si scende con gli sci) che richiede una tecnica raffinata, ma anche di passeggiate sui viottoli battuti, accessibili a tutti. In mezzo abbiamo lo sci di fondo e, soprattutto, le escursioni con le ciaspole ai piedi, che consentono di camminare tra boschi e altopiani. Qualunque attività si scelga, la montagna d’inverno può presentare difficoltà maggiori rispetto a quella d’estate: oltre al freddo, al cambio repentino di temperatura, alle giornate più corte (calcolare i tempi per il rientro in sicurezza) e la neve, che si può trasformare rapidamente da polvere in ghiaccio. Sull’Appennino, più basso e più vicino al mare, questa variabilità è ancora più accentuata.
LA PREPARAZIONE
«Camminare è utilissimo per l’organismo anche se saliamo un po’ di quota. Per godere al massimo del movimento e non rischiare incidenti sarebbe opportuno fare un corso del Cai o farsi accompagnare da una guida alpina. Va ricordato che muoversi in modo corretto limita la fatica, i rischi e regala benefici all’organismo» spiega Carlo Vittorio Resti, componente della commissione medica del Cai Lazio. L’età non è un limite per queste attività.
LE TEMPERATURE
Il nemico numero uno dell’escursionista invernale, insieme alla scarsa conoscenza del luogo, è il freddo. Istruttori e manuali consigliano di vestirsi “a cipolla” per difendersi dagli sbalzi del termometro e dal vento. Sembrano raccomandazioni scontate ma non è così. Troppo spesso “lottare” con la temperatura perché non si è attrezzati nel modo giusto porta a fare movimenti sbagliati. «Ognuno deve conoscere sé stesso, e capire i segni. I brividi o i crampi ci dicono che ci stiamo avvicinando a una situazione di allarme e all’ipotermia» aggiunge Carlo Vittorio Resti. In gruppo è importante tenere d’occhio gli altri partecipanti. Se si ha freddo alle mani si devono roteare le braccia, i piedi possono essere frizionati, del cibo energetico e una bevanda calda possono dare energia, e aiutare a tornare senza problemi alla base. In montagna, d’inverno e non, bisogna saper rinunciare. Vale sull’Everest, come tra i boschi dei Monti Simbruini, del Matese o del Cansiglio.
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