C'è chi ai colloqui di lavoro prova a nascondere quelle chiazze rosse ben visibili sulle mani.
I più giovani, invece, non riescono a vincere l’imbarazzo di farsi vedere a torso nudo. Spesso, infatti, si ignora che quel senso di prurito che non dà pace è il segnale di un mal funzionamento del sistema immunitario. Gli effetti della psoriasi, una malattia infiammatoria cronica molto comune che si manifesta sulla pelle con placche, eritemi e desquamazione, mette a dura prova la qualità di vita del 3% circa della popolazione mondiale; si stima che in Italia siano 2 milioni le persone che ne sono colpite. La forma più comune (l’80-90% di tutti i casi) è quella a placche, che compaiono sui gomiti, sulle ginocchia, nella zona lombare della schiena, sul cuoio capelluto; nelle forme più gravi possono estendersi su tutta la superficie corporea. Per tutti questi pazienti, che tendono spesso a isolarsi, i ricercatori stanno studiando farmaci innovativi sempre più efficaci.
LA DIAGNOSI
«Oggi per fortuna grazie a un riconoscimento precoce delle sue manifestazioni – spiega Gabriella Fabbrocini, direttore della Clinica Dermatologica dell’Università Federico II di Napoli – la psoriasi viene diagnostica molto presto. Ed è un bene perché spesso ci può essere una compartecipazione a carico di organi interni oppure delle articolazioni con la sindrome metabolica o il rischio di un diabete». I sintomi sono ormai ben noti. «È una patologia che classicamente si manifesta in maniera lieve-moderata con chiazze a gomiti e ginocchia – precisa Fabbrocini – però ha delle manifestazioni poi molto più severe, perché può coinvolgere più del 10-15 per cento della superficie cutanea. Può essere particolarmente invalidante quando colpisce mani e piedi, quindi il paziente non riesce più a camminare, a svolgere le attività quotidiane. A volte è particolarmente estesa e severa anche se colpisce piccole aree, come per esempio le unghie o il cuoio capelluto, che diventano particolarmente pruriginosi».
LE TERAPIE
Per migliorare la qualità di vita dei pazienti esistono diverse terapie che riescono a tenere sotto controllo i sintomi. «La psoriasi è una patologia che è possibile curare modulando l’infiammazione – precisa l’esperta – Oltre alle terapie tradizionali, come le solite creme, esistono mousse oppure schiume molto efficaci e assorbibili».
GLI OBIETTIVI
Le terapie efficaci, dunque, sono disponibili per tutti. E presto arriveranno anche i risultati del progetto Epicensus, un’iniziativa di approfondimento della psoriasi, promossa dall’azienda biofarmaceutica Ucb e con il coinvolgimento di medici e rappresentanti dei pazienti di 8 Paesi europei. «Il documento finale – spiega Fabbrocini – ci permetterà di migliorare l’assistenza al paziente e l’efficienza delle opzioni terapeutiche, migliorando così i percorsi assistenziali condivisi». Intanto, i pazienti chiedono di poter accedere alle cure più promettenti. «In Italia, pur avendo la possibilità di tantissimi farmaci innovativi ormai passati al vaglio di Aifa, non è così facile trovarli in tutte le Regioni. Questo comporta un pellegrinaggio da un ospedale all’altro», denuncia Valeria Corazza, presidente dell’associazione psoriasici italiani Amici fondazione Corazza. «Il problema – prosegue la presidente – è che spesso le amministrazioni spingono lo specialista a prescrivere farmaci meno costosi. Ecco perché noi chiediamo un accesso equo alle terapie nuove su tutto il territorio italiano e una presa in carico multidisciplinare; è necessario poi che questa malattia entri nel piano nazionale cronicità. Non dimentichiamo che la psoriasi non è una malattia rara, sono circa 2 milioni le persone che ne soffrono».
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