Primavera, ansia e poco ferro: niente sonni sereni nemmeno per i bambini

Il professor Gasparini, Cattolica: «Chi non riposa ha la stessa attenzione di chi ha bevuto un litro di vino»

Il professor Giulio Gasparini dell'Università Cattolica del Sacro Cuore
di Maria Pirro
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Giovedì 13 Aprile 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:41

É vero che ad aprile è dolce dormire.

«La luce aiuta a regolarizzare il ritmo sonno-veglia», certifica Oliviero Bruni, neuropsichiatra infantile, professore ordinario alla Sapienza di Roma, un esperto in materia che però avverte: «Sempre più gente ha difficoltà a riposare le ore necessarie». Colpa di una serie di fattori che favoriscono l’insonnia a tutte le età, tra bambini e adulti: lo stress, una certa predisposizione genetica, l’uso compulsivo degli smartphone, un’alimentazione poco equilibrata, persino la carenza di ferro, le allergie, il Long Covid. Tant’è che le case farmaceutiche stanno mettendo in commercio altri prodotti. «Come alternativa alle benzaditipine, sono disponibili nuovi antagonisti dei recettori dell’orexina», dice Bruni, che si appresta a partecipare a uno studio multicentrico europeo, e a somministrare, in via sperimentale, questi medicinali a bimbi e ragazzi dai 10 ai 18 anni. Ma le soluzioni possono cambiare: in base ai sintomi, tanto differenti e numerosi.

ALLARME

Si va dagli incubi alle allucinazioni, dall’affanno al respiro corto, al risveglio di soprassalto, in stato confusionale. Con conseguenze devastanti: ansia, aggressività, anche autolesionismo; problemi di apprendimento, memoria e concentrazione. «Chi non dorme ha lo stesso livello di attenzione di una persona che ha bevuto un litro di vino: mettersi alla guida dopo una notte di sonno disturbato può essere fatale», fa notare Giulio Gasparini, professore associato di Chirurgia maxillo-facciale alla Cattolica.

Non bastasse, i bambini che vanno a letto tardi nel fine settimana sono più a rischio di ingrassare: il loro girovita aumenta anno dopo anno, rivela sul Journal of sleep research una ricerca condotta da Heli Viljakainen, dell’Università di Helsinki. «I disturbi del sonno possono portare ad alterazioni neuro-comportamentali, oltre a danneggiare il sistema immunitario e quindi favorire infezioni e infiammazioni, influendo sulla crescita», interviene Luigi Masini, medico referente al Santobono-Pausilipon di Napoli, un riferimento per l’intera regione e le limitrofe come il Molise, la Basilicata e la Calabria.

COME INTERVENIRE

Sono 102 i reparti pediatrici in Italia che si occupano di questo. Ma, a giudicare dall’esito di un’indagine pubblicata sull’Italian journal of pediatrics, gli approcci terapeutici restano diversi: per le apnee notturne, i farmaci si utilizzano più spesso nel Mezzogiorno rispetto al Nord, dove si fa maggiore ricorso alla chirurgia. Tutti concordano, però, nel sottolineare che non va sottovalutata la situazione: esami specifici consentono di registrare i parametri funzionali e valutare quel che accade dal punto di vista neurologico e cardiorespiratorio. E ricordano, per cominciare, che lo stile di vita è fondamentale. Niente fumo, meglio tenersi lontano da fonti di inquinamento ambientale e acustico, ma senza rinunciare a trascorrere del tempo all’aria aperta e al sole. La dieta mediterranea fa benissimo, di più se associata all’attività fisica: lo dimostra un monitoraggio di 847 adolescenti spagnoli della Valle de Ricote. In particolare carne, pesce, legumi e altri cibi ricchi di proteine, se consumati a cena, permettono di dormire più profondamente: ad attestarlo è un’altra ricerca firmata da Dragana Rogulja, dell’Università di Harvard, che ha analizzato 3400 geni. Uno studio decennale della Guangxi Medical University su 46mila cinesi dimostra, inoltre, che riposare 7-8 ore a notte riduce del 12-16 per cento il rischio di infarto e malattie cardiovascolari; mentre scarsa qualità del sonno e Alzheimer appaiono connessi: il legame è stato svelato dall’ospedale Molinette e l’istituto Cavalieri Ottolenghi.

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