Salute, lui e lei divisi dalle cure. Diagnosi e farmaci differenti per evitare rischi

Salute, lui e lei divisi dalle cure. Diagnosi e farmaci differenti per evitare rischi
di Valentina Arcovio
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Giovedì 12 Novembre 2020, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 16:05

Per una medicina più equa bisogna fare attenzione alle diversità. A cominciare da quelle legate al genere, quelle che rendono uomini e donne diversi in salute e in malattia. Non ci può essere infatti medicina personalizzata senza considerare le specificità di lui e lei. È proprio questo l’obiettivo della medicina di genere: studiare l’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. Queste nuove conoscenze, oltre che per i ricercatori e i medici, cominciano a valere anche per noi. Che, così, ci spieghiamo per esempio le differenti reazioni alle malattie tra uomo e donna. «Molte malattie comuni a uomini e donne presentano molto spesso differente incidenza, sintomatologia e gravità – spiega Marialuisa Appetecchia, responsabile Unità Endocrinologia oncologica all’Istituto perla ricerca sui tumori Regina Elena a Roma – A ricordarcelo è anche la pandemia. L’infezione ha manifestato un’ampia suscettibilità alla dimensione del genere, che ha riguardato, tra gli altri, la prevalenza, la severità e la mortalità».

L’INCIDENZA

La mortalità delle donne per Covid-19 è apparsa subito inferiore rispetto a quella degli uomini. Ma non è l’unico esempio. C’è infatti una moltitudine di malattie con incidenza e gravità diverse tra lui e lei. Le malattie cardiovascolari, ad esempio, sono più frequenti negli uomini, ma rappresentano la prima causa di morte delle donne. E ancora: le donne tendono ad avere un sistema immunitario più «reattivo» e tendenzialmente hanno una prognosi più favorevole in caso di tumore o infezione. «Inoltre, uomini e donne, per le stesse patologie, possono presentare segni e sintomi diversi», aggiunge Appetecchia. Pensiamo all’infarto: il dolore al braccio sinistro, il sintomo considerato più emblematico, colpisce prevalentemente gli uomini; le donne invece riportano spesso nausea e mancanza di respiro. «Di contro, alcune patologie, considerate classicamente femminili, molto spesso – evidenzia l’esperta – non sono riconosciute nell’uomo e quindi sono sottostimate. Esempi sono l’osteoporosi, che colpisce prevalentemente le donne, ma che è una minaccia anche per gli uomini, e la depressione, che sembra essere meno frequente negli uomini probabilmente perché le statistiche non tengono conto del fatto che gli uomini tendono a ritardare il ricorso al medico».

LA REAZIONE

Inoltre, uomini e donne possono presentare una diversa risposta alle terapie e reazioni avverse ai farmaci. «Alcuni parametri fisiologici (altezza, peso, percentuale di massa magra e grassa) sono differenti nell’uomo e nella donna e condizionano l’assorbimento dei farmaci, il loro meccanismo di azione e la loro successiva eliminazione», dice Appetecchia. Eppure, la prassi medica si basa su studi condotti prevalentemente su un solo sesso. Ad esempio, gli studi su osteoporosi e malattie psichiatriche sono stati condotti prevalentemente sulla popolazione femminile. Mentre, in generale, gli effetti dei farmaci sono stati studiati prevalentemente su soggetti di sesso maschile. Un riconoscimento importante a questo tipo di ricerca arriva dal “Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di genere”, pubblicato lo scorso anno. La medicina prossima ventura sarà sempre più personalizzata: cucita su misura per uomo e donna. Perché, ormai è chiaro, gran parte delle malattie si manifestano nei due sessi con sfumature diverse e diverso è anche il modo in cui evolvono e rispondono alle cure.

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I DISTURBI

Anche la tiroide colpisce entrambi

I disturbi della tiroide sono considerati patologie prettamente femminili.

In realtà non è così. A soffrirne sono anche tanti uomini che troppo spesso non si rivolgono allo specialista. Questo sarà uno dei temi che verranno discussi in occasione del 19esimo congresso nazionale Associazione Medici Endocrinologi (Ame), che si terrà “virtualmente” dal 12 al 14 novembre. «Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare la popolazione maschile sull’importanza di non trascurare la salute della propria tiroide, evitando in questo modo ritardi diagnostici che possono influire sull’efficacia delle terapie», dice Vincenzo Toscano, past president dell’AME. 

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