Tutto parte con un sintomo acuto, magari una fitta improvvisa. Ma a lungo andare questo dolore si trasforma in qualcosa di più importante. Cronico, appunto.
Malattie come artrosi, mal di schiena, algodistrofia e fibromialgia, hanno un impatto significativo sulla qualità della vita di pazienti e a lungo andare toccano non solo il corpo, ma anche le relazioni sociali e l’equilibrio psicologico. «Le più recenti stime europee riportano che circa il 20% della popolazione soffre di dolore muscolo-scheletrico – spiega il professor Umberto Tarantino, primario ortopedico della Fondazione Policlinico Tor Vergata di Roma e presidente della Si-Guida Società italiana per la gestione unificata ed interdisciplinare del dolore muscolo-scheletrico e dell’algodistrofia – Tuttavia, questi dati potrebbero essere sottostimati, perché non tutti i soggetti che lamentano dolore richiedono assistenza medica. Spesso il paziente vive questa condizione con rassegnazione, atteggiamento che ne favorisce la persistenza e la cronicizzazione». Il dolore cronico cambia, anche con il tempo. «Il dolore muscolo-scheletrico peggiora sensibilmente con il freddo e il clima umido, ma anche i periodi caratterizzati da bruschi sbalzi di pressione e temperatura possono accentuarli», aggiunge lo specialista. Fumo, sedentarietà, età e pessima alimentazione sono fattori di rischio.
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