Una delle eredità della pandemia è la diffusa abitudine a lavorare a maglia o all’uncinetto. Un’antica arte capace di creare manualmente e rilassare. Anche meditare.
A distanza di oltre un anno dal boom, lana, ferri e uncinetti continuano a essere acquistati come mai negli ultimi vent’anni. Da giovani (pensiamo al campione olimpico inglese Tom Daley mago dell’uncinetto) agli adulti. Da qui, oggi, l’interesse anche della ricerca. Il quesito: come e in che misura sferruzzare produce dei benefici al nostro cervello? A queste e altre domande potrà fornire risposte il progetto di ricerca promosso da Gomitolorosa Onlus e realizzato da neurologi, neurofisiologi, psicologi della Fondazione Istituto neurologico Carlo Besta di Milano, che stanno sottoponendo volontarie e volontari a magneto/elettroencefalogramma, metodica non invasiva utilizzata per registrare l’attività magnetica ed elettrica cerebrale prima o dopo il lavoro a maglia.
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