Ictus, i 4 sintomi da riconoscere: il progetto che insegna ai bambini a salvare i nonni

L’associazione A.L.I.Ce. promuove in Italia “Fast Heroes” che consente anche ai più piccoli di chiamare immediatamente i soccorsi. Danilo Toni, neurologo dell’Umberto I: «Il fattore tempo è molto importante»

Ictus, i 4 sintomi da riconoscere: il progetto che insegna ai bambini a salvare i nonni
di Graziella Melina
4 Minuti di Lettura
Giovedì 13 Aprile 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 10:06

Piccoli supereroi che salvano i nonni dall’ictus cerebrale.

Grazie alla campagna internazionale “Fast Heroes” anche i bambini saranno in grado di riconoscere i principali sintomi dell’ictus che compaiono sul volto dei nonni e si attiveranno per chiamare subito i soccorsi. Ideato dal Dipartimento di Istruzione e politiche sociali dell’Università della Macedonia, il progetto “Fast Heroes”, al quale a livello internazionale hanno aderito ben 5.805 scuole, 11.235 classi, 251.666 alunni e 16.492 insegnanti, è sostenuto dalla World Stroke Organization (Organizzazione Mondiale dell’Ictus) ed è reso possibile grazie al supporto di “Angels Initiative”, un’organizzazione internazionale impegnata a migliorare l’assistenza sanitaria, in particolare nel campo dell’ictus.

I SEGNALI

In Italia, ad aprile mese dedicato alla prevenzione dell’ictus, il progetto è promosso da A.L.I.Ce. Italia Odv, l’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale. «L’acronimo Fast che in inglese vuol dire veloce – spiega Danilo Toni, direttore dell’Unità Trattamento Neurovascolare del Policlinico Umberto I di Roma - sottolinea l’importanza del fattore tempo, ci aiuta a ricordare i principali sintomi dell’ictus cerebrale». F sta per face, faccia: dobbiamo chiedere alla persona che manifesta sintomi al volto, il più comune è la “bocca storta”, di sorridere per verificare una eventuale paresi facciale. A come arms, ossia braccia: occorre osservare se la persona riesce a sollevare entrambe le braccia, non sottovalutando se anche uno solo non riesce a stare su. S come speech, linguaggio: bisogna verificare se la persona è in grado di ripetere o elaborare una frase semplice. Non dimentichiamo che in caso di ictus si hanno grandi difficoltà a farlo. T come time, cioè tempo, ma anche come telefono. «Se si riscontra uno qualunque di questi sintomi - avverte Toni - è importante chiamare i soccorsi (112) il più velocemente possibile». L’ictus colpisce circa 150 mila persone ogni anno, ben l’80% di tutti gli episodi può essere evitato, partendo dalla individuazione delle condizioni sulle quali si può intervenire, grazie a opportune modifiche nel proprio stile di vita e curando alcune patologie che ne possono essere causa. Le più frequenti sono ipertensione, diabete e fibrillazione atriale.

LA RAPIDITÀ

«Riconoscere i sintomi dell’ictus è molto importante - sottolinea Andrea Vianello, presidente di A.L.I.Ce. Italia Odv – È infatti fondamentale che chi ne presenta anche solo uno sia portato il più rapidamente possibile negli ospedali dotati dei centri organizzati per il trattamento di questa malattia, cioè le Unità Neurovascolari, Centri Ictus – Stroke Unit. Solo così si può pensare di ridurre il rischio di mortalità, evitare ictus particolarmente gravi e cercare di limitare danni futuri e, in particolare, le conseguenze di disabilità di varia entità, molto spesso invalidanti per la persona colpita e drammatici per il suo nucleo familiare». L’ictus è, infatti, una patologia tempo dipendente: i risultati positivi che possono essere ottenuti grazie alle terapie disponibili (trombolisi e trombectomia meccanica) sono strettamente legati alla precocità con cui si interviene. Il progetto Fast Heroes, che si articola su tre differenti piani di formazione, si rivolge a insegnanti, famiglie e bambini. Tutti i dettagli su come aderire alla campagna “Fast Heroes” sono disponibili sul sito http://fastheroes.com. Possono iscriversi scuole, insegnanti, classi oppure singoli bambini, con la supervisione dei genitori. «L’età media delle persone colpite da ictus cerebrale è di 70 anni – ci ricorda la dottoressa Nicoletta Reale, past president di A.L.I.Ce.

Italia Odv - e, secondo i dati sociodemografici, fino al 50% di loro sono nonni che si prendono cura dei nipoti almeno un paio di volte alla settimana. Da qui è nata l’idea: e se fossero proprio i nipoti il veicolo attraverso il quale informare ed educare i nonni e i parenti? Punto di forza del progetto è proprio la capacità di insegnare ai bambini i principali sintomi dell’ictus e, allo stesso tempo, il numero da chiamare in caso di emergenza. Il tutto attraverso i racconti degli eroi Fast».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA