Dolore cronico, grazie a un chip lascia la sedia a rotelle e torna a camminare

Dolore cronico, grazie a un chip lascia la sedia a rotelle e torna a camminare
di Graziella Melina
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Giovedì 15 Settembre 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 08:10

La diagnosi sembrava quasi una condanna: cisti in corrispondenza della colonna vertebrale.

Vuol dire che bisogna convivere col fatto che il dolore non dà tregua. Ma una signora di Campogalliano, in provincia di Modena, oggi 79 anni, ormai costretta a stare su una sedia a rotelle, su consiglio dei neurochirurghi che l’avevano visitata decide di rivolgersi al Centro di Terapia Antalgica di Castelfranco Emilia. Sperando almeno in una tregua dal dolore. E invece, grazie ad un’intuizione di Cristina Mastronicola, direttrice del Centro di Castelfranco Emilia, la signora ora non solo non deve più fare i conti con la sofferenza causata dalle cisti, ma ha ripreso persino a camminare. «Abbiamo deciso di applicarle un impianto wireless che emette neurostimolazioni per controllare il dolore causato appunto dalla compressione dei nervi – spiega Mastronicola - Rispetto agli impianti tradizionali, che da tempo utilizziamo per i nostri pazienti in collaborazione con l’ospedale di Vignola, questo dispositivo ha il vantaggio di non dover essere sostituito per usura delle pile».

L’INTERVENTO

Gli elettrodi terminano con una piccola antenna ricevente e tutto l’apparecchio si trova sottopelle. La parte esterna dell’apparecchio va indossata attraverso una fascia di tessuto che si può togliere. L’impianto non era mai stato utilizzato in Italia per il controllo del dolore dorsale delle cisti di Tarlov. «La membrana che avvolge il midollo spinale e trattiene la parte del liquor – spiega Mastronicola - a volte forma delle cisti. Il problema è che la maggior parte delle volte si manifestano a livello lombare e sacrale». Nel caso della signora di Campogalliano, invece, le cisti si erano formate a livello dorsale alto. «Questa situazione – rimarca Mastronicola - comportava che le estroflessioni piene di liquido andassero a schiacciare la struttura nervosa creando una sofferenza dell’intercostale. Il dolore persistente si accentuava perciò con l’assunzione della posizione eretta». Per evitare di stare male, la signora si era autolimitata, si era messa sulla sedia a rotelle da 13 anni. Con l’applicazione dell’impianto wireless finalmente ha ripreso in mano la sua vita.

«La signora è stata sottoposta ad un unico intervento chirurgico, poi ad un ricovero di 24 ore all’ospedale di Vignola - spiega Federica Casoni, direttrice del distretto di Vignola e responsabile di direzione sanitaria dell’ospedale - Dal 2021 l’équipe del centro hub di terapia del dolore di Castelfranco effettua interventi più complessi fra cui quello a cui è stata sottoposta la signora, lavoriamo in sinergia con più specialisti». Dopo l’intervento, nel giro di pochi giorni la donna ha ripreso a muoversi e non ha più bisogno della sedia a rotelle. «Non sentendo più dolore – racconta Mastronicola - la signora ora riesce a camminare, a fare ginnastica e può attenuare l’apporto farmacologico.

Questo vuol dire che ha effetti collaterali meno evidenti, meno interferenze con altri farmaci che eventualmente deve assumere per altre problematiche. Per alcune ore toglie la fascia e continua a non sentire dolore. Ora ha ripreso persino a guidare la macchina». Le prospettive sono incoraggianti per i pazienti che non possono sottoporsi ad un intervento chirurgico invasivo. «La terapia farmacologica – ribadisce la direttrice del Centro di Castelfranco Emilia - è il primo approccio. Poi su alcuni tipi di dolore, come quelli neuropatici, sappiamo che la cura farmacologica non sempre dà buoni risultati. In quel caso, la terapia fisica e quindi la neurostimolazione rappresentano il trattamento più brillante».

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