La prova-costume è alle porte e per cercare di perdere qualche chilo di troppo va sfatato un luogo comune: la pasta non è nemica della dieta. Il problema è, semmai, nei condimenti: eccedere un po’ troppo con i sughi o l’olio è una pratica che, a lungo andare, potrebbe essere il vero ostacolo per il dimagrimento. La prima regola da seguire per avere successo con una piccola dieta prima dell’estate è quella legata alle quantità. Secondo quanto indicato dalla Società italiana di nutrizione umana, vengono infatti consigliati ogni giorno 80 grammi di pasta, riso, mais, orzo o farro. «È chiaro però che la porzione va adeguata al nostro fabbisogno calorico – spiega Elisabetta Bernardi, nutrizionista dell’Università di Bari - Un adolescente che fa sport può arrivare a 100 grammi, per una donna cinquantenne e sedentaria o per un bambino possono invece bastare 60 grammi. Chi sta a dieta può mangiare pasta anche ogni giorno». Per condirla un segreto c’è: unire in un’unica ricetta la verdura prevista come contorno alla pasta e utilizzare lì tutto l’olio a disposizione per il pasto (attenzione: un cucchiaio e mezzo al massimo di extravergine).
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«Con una spolverata di due cucchiai di grana o parmigiano abbiamo composto un piatto unico, equilibrato e sano», aggiunge Bernardi.
IL CONSUMO
Per Erminio Monteleone, presidente della Società italiana di Scienze Sensoriali: «Combinata con i suoi infiniti condimenti, aiuta ad accettare sapori più difficili o a provarne di nuovi. Negli spaghetti al pomodoro al tono dolce della pasta si unisce il tipico umami della salsa al pomodoro e della spolverata di parmigiano. Mentre la carbonara unisce all’umami del cacio stagionato la cremosità del condimento e la sapidità del guanciale». Solo in Italia, nel 2020 sono state acquistate 50 milioni di confezioni di confezioni di pasta in più rispetto al 2019. Secondo una ricerca internazionale condotta da Doxa per l’Unione italiana food e l’Ice, una persona su quattro ne ha aumentato il consumo durante i mesi di lockdown, scegliendola come “piatto del cuore”, perché buono, sano, pratico e sostenibile.
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