Dieta, mangiare la pasta si può (e si deve): ecco quanti grammi bisogna assumere

Dieta, mangiare la pasta si può (e si deve): ecco quanti grammi bisogna assumere
di Giampiero Valenza
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Giovedì 13 Maggio 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 06:38

La prova-costume è alle porte e per cercare di perdere qualche chilo di troppo va sfatato un luogo comune: la pasta non è nemica della dieta. Il problema è, semmai, nei condimenti: eccedere un po’ troppo con i sughi o l’olio è una pratica che, a lungo andare, potrebbe essere il vero ostacolo per il dimagrimento. La prima regola da seguire per avere successo con una piccola dieta prima dell’estate è quella legata alle quantità. Secondo quanto indicato dalla Società italiana di nutrizione umana, vengono infatti consigliati ogni giorno 80 grammi di pasta, riso, mais, orzo o farro. «È chiaro però che la porzione va adeguata al nostro fabbisogno calorico – spiega Elisabetta Bernardi, nutrizionista dell’Università di Bari - Un adolescente che fa sport può arrivare a 100 grammi, per una donna cinquantenne e sedentaria o per un bambino possono invece bastare 60 grammi. Chi sta a dieta può mangiare pasta anche ogni giorno». Per condirla un segreto c’è: unire in un’unica ricetta la verdura prevista come contorno alla pasta e utilizzare lì tutto l’olio a disposizione per il pasto (attenzione: un cucchiaio e mezzo al massimo di extravergine).

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«Con una spolverata di due cucchiai di grana o parmigiano abbiamo composto un piatto unico, equilibrato e sano», aggiunge Bernardi.

Prima di scolare la pasta bisogna pensare anche ai tempi di cottura: se è al dente la digestione è più facile perché si impone una masticazione più lunga. Qui entra in gioco la chimica della digestione: frantumare con i denti in pezzi più piccoli fa sì che il cibo sia più esposto alla saliva e che poi il passaggio nello stomaco sia più scorrevole. Ma perché piace la pasta? Mangiarla favorisce la sintesi dell’insulina che, a sua volta, facilita l’assorbimento del triptofano, l’amminoacido precursore della serotonina, che regola la sensazione di benessere. Il suo gusto è abbastanza neutro, con una tendenza verso il dolce. Durante la masticazione la consistenza passa da elastica a corposa e cremosa, altra sensazione che tendiamo a preferire rispetto ad altre, come la secchezza.

IL CONSUMO

Per Erminio Monteleone, presidente della Società italiana di Scienze Sensoriali: «Combinata con i suoi infiniti condimenti, aiuta ad accettare sapori più difficili o a provarne di nuovi. Negli spaghetti al pomodoro al tono dolce della pasta si unisce il tipico umami della salsa al pomodoro e della spolverata di parmigiano. Mentre la carbonara unisce all’umami del cacio stagionato la cremosità del condimento e la sapidità del guanciale». Solo in Italia, nel 2020 sono state acquistate 50 milioni di confezioni di confezioni di pasta in più rispetto al 2019. Secondo una ricerca internazionale condotta da Doxa per l’Unione italiana food e l’Ice, una persona su quattro ne ha aumentato il consumo durante i mesi di lockdown, scegliendola come “piatto del cuore”, perché buono, sano, pratico e sostenibile.

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