Il diabete è una condizione che interessa quasi mezzo miliardo di persone nel mondo. Si stima che, oltre ai 3,4-4 milioni di italiani con diabete diagnosticato ce ne siano un altro milione e mezzo ignari di esserlo e altri 4 milioni ad alto rischio di svilupparlo (quelli con il cosiddetto “pre-diabete”). A conti fatti, sono almeno 10 milioni gli italiani che hanno o avranno a che fare direttamente con il diabete, in pratica una persona su 6. Questa malattia, oltre ad essere un’importante concausa di almeno la metà di tutti gli infarti e gli ictus, rappresenta anche la prima causa di cecità in età lavorativa e di amputazione non legata a causa traumatica degli arti inferiori, oltre che la seconda causa di insufficienza renale terminale.
Attività fisica e dieta sono i due “farmaci” che devono accompagnare per tutta la vita le persone con diabete. Parliamo di abitudini in grado di aiutarci a prevenire la malattia. Molto importante è l’attenzione al peso. Perché l’obesità è uno dei maggiori fattori di rischio per il diabete di tipo 2. Convivere con questa malattia rappresenta quasi un lavoro a tempo pieno. Dal controllo della glicemia al ricordarsi di prendere i farmaci ad orario, dall’attenzione a quello che si mangia alla programmazione dell’attività fisica. Sono molti gli aspetti da considerare ogni giorno per tenere a bada i valori e soprattutto per evitare di sviluppare una delle complicanze della patologia.
IL TRATTAMENTO
Le persone con diabete di tipo 1 devono ricorrere all’insulina, mentre la maggior parte di quelle con diabete di tipo 2 può gestire questa condizione per molti anni con farmaci in pillola o a somministrazione iniettiva (analoghi del GLP-1), diversi dall’insulina. «Per il trattamento del diabete di tipo 2 – ricorda il professor Agostino Consoli, presidente della Società italiana di diabetologia – sono oggi disponibili numerose molecole.
LE NOVITÀ
E anche la somministrazione dei farmaci diventa sempre più “amica” dei pazienti, con l’arrivo della dulaglutide che si inietta sottocute una sola volta a settimana. Tra le novità terzipatide il primo di una nuova classe di farmaci anche a iniezione monosettimanale, che dà ottimi risultati sul controllo della glicemia e sulla perdita di peso. Fino a 10 chili in 40 settimane. Un’importante novità degli ultimi mesi per il trattamento delle gravi crisi di ipoglicemia (complicanza possibile e temibile della terapia insulinica) è il glucagone in spray nasale, superamento della vecchia terapia iniettiva. Molto più facile e sicuro da somministrare in emergenza. La ricerca sta inoltre cercando di mettere a punto soluzioni per rendere la terapia con insulina sempre più sicura. Alcuni microinfusori dialogano costantemente con i sensori di glicemia indossati dal paziente, hanno già la possibilità di interrompere l’erogazione di insulina nel caso in cui la glicemia prenda una china discendente, che faccia prevedere un episodio di ipoglicemia nell’arco della successiva mezz’ora. Questo “freno d’emergenza” non esiste nel caso delle insuline che si auto-iniettano con una “penna” i pazienti stessi. Tutto ciò potrebbe tuttavia cambiare nel prossimo futuro con l’arrivo delle “insuline intelligenti”, in grado di rendersi disponibili, dopo la somministrazione, nella giusta quantità a seconda dei livelli di glicemia, senza bisogno di monitoraggio esterno. Queste insuline smart (GRI, analoghi dell’insulina responsivi al glucosio) possono essere incapsulate in una vescicola o in uno speciale gel, in grado di leggere i valori di glicemia, per essere quindi rilasciate da questo deposito al bisogno, nelle giuste quantità. Oppure la molecola di insulina può essere accoppiata a una sorta di interruttore molecolare che si spegne o si accende a seconda dei livelli di glicemia.
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