Covid, il virologo Robert Gallo, scopritore dell'Hiv: «Il vaccino ci proteggerà per 6 mesi»

Covid, il virologo Robert Gallo, scopritore dell'Hiv: «Il vaccino ci proteggerà per 6 mesi»
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Giovedì 10 Dicembre 2020, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 15:59

Quando è nato, nel 1937 in Connecticut, non esistevano né l’antipolio né il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia. A febbraio, appena iniziata la pandemia da Covid-19, ha proposto di utilizzare la profilassi antipoliomielite per contrastare la diffusione. Esattamente il Sabin (il virus orale attivo non somministrato in Italia) e non il Salk, la forma inattivata. Oggi dice che, contro Sars-Cov-2, si vaccinerà appena sarà possibile. Robert Gallo, scopritore nel 1982 dell’Hiv, virus dell’Aids, ora dirige l’Istituto di virologia umana dell’Università del Maryland, a Baltimora. È in prima linea nello studio del Covid-19 perché cofondatore del Global Virus Network, una coalizione internazionale di virologi che sostiene la comunità medica nel gestire le malattie virali. «Avremmo dovuto usarli subito quei vaccini che abbiamo per contrastare l’epidemia – commenta – Avremmo quasi un anno di vantaggio sul nemico».

Lei sta lavorando alla mutazione del virus, nel caso in cui avvenissero delle possibili trasformazioni i vaccini pronti sarebbero sempre efficaci?

«Ovviamente. Ma adesso, non possiamo avere il massimo della certezza. Non credo, comunque, che le mutazioni possano permettere al virus di sfuggire al vaccino».

Considera incoraggianti i risultati dei vaccini messi a punto fino ad ora?

«Sì, i risultati sono incoraggianti anche se sappiamo che molti dati sulla sicurezza li avremo solo dopo la somministrazione su una vasta popolazione. Mi sento molto sollevato da quando è stato dato l’annuncio del vaccino».

Per quanto tempo gli anticorpi riusciranno a proteggerci?

«C’è attesa per la durata della copertura. Bisognerà ancora lavorare per capire come poterli “irrobustire” nel caso non fossero abbastanza potenti».

Può fare delle previsioni sulla durata?

«Penso che gli anticorpi lavoreranno bene per circa sei mesi».

Quanto tempo dovremo aspettare per conoscere la reale efficacia del vaccino?

«Molti mesi dopo la somministrazione di massa.

Potremo avere valide informazioni solo basandoci su un numero molto significativo di persone trattate».

Quindi lei ha la certezza che dovrà essere fatto un richiamo?

«Ci vorrà un richiamo, si dovrà fare. Come per l’influenza stagionale».

Il vaccino contro la polio avrebbe potuto davvero rallentare il contagio?

«La somministrazione a miliardi di persone non ci ha mai dato complicazioni ed è capace di produrre una forte immunità innata nel paziente. Parliamo di una risposta del sistema immunitario molto rapida ma non specifica».

Sta pensando alla creazione di un vaccino prossimo futuro capace di contrastare una varietà di infezioni?

«Si tratta di una prospettiva. Sappiamo, per esempio, che il vaccino contro la polio attiva anche altri meccanismi insieme a quelli mirati a fermare la diffusione della malattia. È sicuro che si dovranno fare nuovi studi per simili progetti».

Perché ci aspettano nuove pandemie?

«Non possiamo escluderlo e dobbiamo farci trovare preparati».

L’efficacia del vaccino potrebbe far tramontare gli studi sui farmaci?

«Assolutamente no, i farmaci dovranno comunque essere a disposizione. Qui, nella nostra università, sotto la guida del professore immunologo Yang Liu, ne stiamo sviluppando uno per pazienti gravi. Sarà in grado di fronteggiare lo stato infiammatorio. Daremo l’annuncio entro un mese».

Professore, lei ha paura? O ad uno scienziato del suo calibro questa domanda non si può fare?

«Semplicemente, non ci penso. E, come tutti, seguo le regole. Metto sempre la mascherina, tengo le distanze e non frequento luoghi molto affollati». 

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