I tempi bui della pandemia sembrano così lontani. E in parte lo sono. Ma non così tanto da abbassare la guardia.
Perché, se anche le terapie intensive non sono più sature come lo sono state due o tre anni fa, il virus Sars-CoV-2 continua a circolare diffusamente in quasi ogni angolo del Pianeta. E in previsione della prossima stagione influenzale, la co-circolazione dei virus impone una certa prudenza, soprattutto dei più fragili e di chi vive vicino a loro. «L’Organizzazione mondiale della sanità ha certificato un aumento generale dei casi di infezione di cui si vedono gli effetti già in Italia», conferma Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igm). «Questo non deve neanche sorprendere e, come ci si può aspettare, non è direttamente correlato alla comparsa di nuove varianti quanto piuttosto alle dinamiche sociali che caratterizzano la stagione estiva con le sue molte occasioni di aggregazione. C’è quindi una maggiore facilità di veicolare i contagi da parte del Sars-CoV-2 che, come sappiamo, continua a circolare anche nella stagione estiva. Avvicinandosi alla stagione autunnale - continua - che è quella più favorevole alla diffusione dei virus respiratori, ci aspettiamo un ulteriore aumento dei contagi».
Per affrontare una nuova stagione di convivenza con Covid e influenza il ministero della Salute ha messo a disposizione sia i vaccini anti-Covid «aggiornati» che il «classico» antinfluenzale. «I vaccini anti-Covid per la stagione autunnale che saranno disponibile a breve sono ideati per proteggerci dalle ultime sottovarianti e sono efficaci anche contro quelle che stanno iniziando a circolare più diffusamente, come Eris e Pirola», sottolinea Maga. «La raccomandazione è sicuramente quella di accedere alla campagna vaccinale coronavirus-influenza, come proposto dal ministero della Salute, certamente per tutte le categorie per cui è fortemente raccomandata. Ma anche - continua - per la popolazione generale, in particolare per coloro i quali, per motivi professionali, sono più esposti a un contatto frequente con il pubblico». Come per gli altri anni, l’obiettivo di questa campagna nazionale è quello di prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di Covid-19 nelle persone anziane e con elevata fragilità, e proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. A questi gruppi di persone e in generale ai soggetti più fragili – che includono tra gli altri anche gli operatori sanitari, i malati cronici e i pazienti immunodepressi – è raccomandata e offerta una dose di richiamo a valenza 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato. La vaccinazione è consigliata anche a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità. «Condivido appieno l’attenzione posta dal ministero della Salute ai più fragili, in linea con il Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale approvato di recente e in linea con le raccomandazioni della comunità scientifica», commenta Andrea Ungar, professore ordinario di Geriatria all’Università di Firenze e presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg). «È altresì importante aver sottolineato l’importanza della vaccinazione dei conviventi di pazienti fragili», aggiunge.
LA TEMPISTICA
In base alle tempistiche di somministrazione, si prevede la possibilità di somministrare la dose di richiamo a distanza di almeno 3 mesi dall’ultima dose o dalla diagnosi di infezione da Sars-CoV-2. A eccezione di alcuni casi, sarà possibile anche la co-somministrazione dei nuovi vaccini aggiornati con altri vaccini, come quello antinfluenzale. «L’infezione Covid-19 rappresenta ancora per le persone fragili un rischio», sottolinea Maga. «Ma la vaccinazione è importante anche per diminuire l’impatto sociale che ogni anno vediamo con la stagione influenzale, che può essere potenziato dalle infezioni da coronavirus. Questo – prosegue - si può tradurre in perdite di giorni di lavoro, interruzioni o rallentamenti dei servizi essenziali e in una maggiore pressione sul sistema assistenziale». Sul fronte dell’influenza il ministero della Salute, quest’anno, ha dato specifiche indicazioni alle Regioni sui vaccini più adatti agli anziani. In particolare, per le persone di età pari o superiore ai 65 anni, vengono indicati i vaccini cosiddetti «potenziati». «Si tratta di una indicazione specifica preziosa», commenta Michele Conversano, presidente del Comitato Tecnico Scientifico di HappyAgeing - Alleanza Italiana per l’Invecchiamento Attivo. «I vaccini cosiddetti potenziati, infatti, danno ulteriore sostegno al sistema immunitario, meno performante, degli anziani».
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