Tre domande al virologo Fabrizio Pregliasco dell'Università Statale di Milano.
Quante sono le “sorelle” di Omicron che destano preoccupazione?
«Le sottovarianti Omicron che attualmente si stanno monitorando con molta attenzione sono 5. La più diffusa rimane la BA.2, la cosiddetta Omicron 2. Mentre in Sudafrica si stanno diffondendo le varianti BA.4 e BA.5. La variante Omicron e le sue sottovarianti sembrano avere una cosa in comune: sembrano essere leggermente più contagiose. Sulla gravità non abbiamo invece indicazioni diverse rispetto alle varianti precedenti».
Quali sono i sintomi delle infezioni causate dalla variante Omicron e delle sue “sorelle”?
«I sintomi delle infezioni causate dalla variante Omicron sono in gran parte comuni a quelli delle variante precedenti, come naso che cola, stanchezza, tosse e febbre.
Con Omicron il rischio di reinfezione è più alto?
«Le infezioni con le nuove sottovarianti di Omicron sembrano bucare l'immunità offerta dai vaccini e quella sviluppata da un'infezione precedente. Quindi, la possibilità di reinfettarsi anche se guariti o coperti dal vaccino sembra essere piuttosto alta. Ma è bene ribadire che la protezione conferita dal vaccino, se cala nei confronti del contagio, si mantiene ancora per quanto riguarda gli effetti più pesanti della malattia. Molto probabilmente la vaccinazione andrà rinforzata periodicamente con i nuovi prodotti aggiornati».
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