Covid, l'infettivologo Massimo Andreoni: «Bisogna vigilare. Con Cerberus potrebbe tornare l'obbligo di mascherine»

Covid, l'infettivologo Massimo Andreoni: «Bisogna vigilare. Con Cerberus potrebbe tornare l'obbligo di mascherine»
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 10 Novembre 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:58

Si chiama BQ.1 ed è la nuova sottovariante del coronavirus destinata a diventare dominante anche in Europa, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.

Ne deriva una mutazione ulteriore, la BQ.1.1, che sui social è stata ribattezzata Cerberus. Il professor Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), fa questa sintesi: «Dobbiamo continuare a vigilare, rispondere se sarà necessario ad esempio ripristinando l’obbligo delle mascherine negli ambienti chiusi. Sappiamo che la BQ.1 è più abile nell’eludere l’immunità, ma il vaccino continua a proteggerci, soprattutto dalla malattia grave. Serve pragmatismo, senza allarmismo».

Professore qual è oggi la situazione negli ospedali per i malati di Covid?

«Ci sono molti meno pazienti con un quadro clinico di Covid. Purtroppo però ci sono pazienti con polmoniti, alcuni gravi. E qualche decesso lo vediamo ancora. Non è ancora un raffreddore».

Che tipo di pazienti sono i più gravi?

«Due categorie. O i non vaccinati o quelli gravemente immunodepressi sia pure vaccinati. Fra i non vaccinati, la maggior parte sono sì anziani, ma che erano in condizione ottimale di salute e che non avrebbero avuto problemi senza il Covid. In una persona non vaccinata continuano inoltre a contare i fattori di rischio, ad esempio l’obesità. Per fortuna in Italia i non vaccinati sono una bassa percentuale».

Aiuta l’immunità naturale (avere superato la malattia), sommata a quella dei vaccini?

«Molto. Mano a mano che circola il virus, mano a mano che noi tutti impariamo a conoscerlo, sempre meglio, la nostra immunità naturale si adatta. I vaccini ci stanno aiutando sia ad avere un impatto meno cruento con il virus sia ad accelerare il processo di endemizzazione che tutti stiamo aspettando».

Questo è il fattore che sta mettendo nei guai la Cina: è costretta a rigidissimi lockdown perché ha usato vaccini poco efficaci e ha perseguito la politica “zero Covid”, per cui la grande maggioranza della popolazione non è protetta.

«Hanno una immunocompetenza nella popolazione molto inferiore rispetto alla nostra.

Se lo lasciassero circolare, il virus causerebbe i danni che noi abbiamo visto nelle primissime ondate quando non eravamo vaccinati».

L’inverno può essere pericoloso?

«Il freddo e il fatto che saremo in ambienti chiusi, con meno aerazione, comporteranno maggiori problemi. Certo i casi molto seri sono diminuiti, ma anche 1 malato grave su 1.000 positivi, su un numero elevato di contagiati, compromette la tenuta degli ospedali».

Quali strumenti di difesa possiamo utilizzare?

«Se registreremo una situazione di criticità delle ospedalizzazioni, avremo più casi gravi e decessi. Allora sarà inevitabile ricorrere a misure di contenimento. Penso alle mascherine nei luoghi chiusi o sui mezzi di trasporto pubblico. In fondo, sono uno strumento che non crea disagi, non blocca le persone in casa, non ha contraccolpi sull’economia. Al Policlinico Tor Vergata abbiamo già isolato il primo caso di quella che viene comunemente chiamata sottovariante Cerberus. La BQ.1.1 diventerà dominante».

Che problemi comporta?

«Purtroppo i monoclonali con la BQ.1.1 non funzionano. Inoltre la sottovariante aggira più di frequente l’immunità del vaccino e l’immunità naturale. Questa tipologia di virus magari è meno virulenta, ma ci sta sottraendo alcune armi. Gli antivirali invece continuano a funzionare bene, anche se la prescrizione di questi farmaci non è semplice. Precisiamo: il vaccino bivalente continua a proteggerci dalla malattia grave. Il vaccino ha ridotto la sua protezione dall’infezione, ma in parte la evita. E un vaccinato ha sintomi più blandi, dunque trasmette meno. E questo significa meno circolazione del virus».

Perché una piccola percentuale di popolazione non si è mai infettata?

«Ci sono persone che hanno una immunità naturale soprattutto del sistema interferon che è particolarmente efficace: riduce il rischio di infettarsi. Sono molecole prodotte dal nostro organismo che servono a difenderci dalle infezioni. Poi, certo vi sono anche persone che in realtà hanno avuto il Covid senza accorgersene».

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