Carezze, una terapia per ansia e depressione. Ricostruito il circuito che dalla pelle porta benessere al cervello

Gli scienziati della Columbia University hanno studiato gli effetti sul sistema nervoso e l'intero organismo

Carezze, una terapia per ansia e depressione. Ricostruito il circuito che dalla pelle porta benessere al cervello
di Carla Massi
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Giovedì 9 Febbraio 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 10:43

Carezze, baci e abbracci.

Ora che si può, è opportuno (per la salute) tornare alle sane abitudini dell’amore. Per dimostrare passione, d’altronde, basta una mano sul viso, le labbra vicine, lo stringersi. Che tutto questo faccia bene a corpo e mente ce lo dice la Scienza. È stato ricostruito, passo passo, il circuito nervoso che porta la sensazione di una carezza dal tocco sulla pelle fino al cervello. Alla Columbia University di New York, con la collaborazione di altri Istituti, hanno investito oltre quattro anni di ricerche per riuscire a disegnare l’effetto sul sistema cerebrale e sull’intero organismo. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Cell, potrebbe aprire la strada a nuove terapie. L’epidermide come veicolo per limitare i sintomi di chi soffre di ansia, depressione e autismo.

LE PERCEZIONI

Ogni centimetro quadrato di pelle possiede circa 130 recettori tattili. Molto simili a quelli dei topi, utilizzati durante la ricerca, denominati Mrgprb4 e capaci di attivarsi in risposta a deboli stimoli come i tocchi più leggeri. Grazie all’optogenetica, la scienza che combina tecniche ottiche e genetiche di rilevazione per sondare circuiti neuronali all’interno di cervelli di mammiferi e altri animali, i venti ricercatori hanno ottenuto dei topi con cellule Mrgprb4 geneticamente modificate che possono essere attivate a distanza con luce colorata. Hanno, così, messo a fuoco che gli animali stimolati con un fascio di luce blu tendevano a flettere il dorso, assumendo la classica postura che mostrano quando sono sessualmente ricettivi. La carezza di luce regalava così tanto piacere che i topi si recavano spontaneamente sotto la lampada.
Negli animali in cui erano state eliminate le cellule Mrgprb4, invece, si è osservato un crollo della ricettività sessuale. «Abbiamo capito che queste cellule sono importanti per rilevare il tocco sociale negli incontri», spiega la ricercatrice Leah Elias. Usando la tecnica di fotometria in fibra, il team ha poi identificato i neuroni della ricompensa che si accendono nel cervello in risposta agli impulsi provenienti dalle cellule Mrgprb4.
A collegare i sensori della pelle con il cervello sono i neuroni Gpr83 del midollo spinale. Deputati, appunto, a generare, scambiare e trasmettere tutti quei segnali (nervosi) che consentono il movimento muscolare, le percezioni sensoriali, le risposte riflesse.
Le carezze sono importanti sia per l’uomo che per la donna, ma sono diversi i motivi che spingono i due sessi a cercarle.

Le donne le considerano come massima espressione di amore, rassicurazione e attenzione. Mentre gli uomini considererebbero questo gesto affettuoso come un modo per abbassare le tensioni, un momento di serenità e calma. Se alla carezza accompagniamo un abbraccio possiamo essere certi di riuscire a migliorare l’umore (nostro e dell’altro) apportando una sensazione di benessere e felicità correlata al rilascio di serotonina, l’ormone del buonumore. Stringersi attenua l’ansia, grazie alla produzione di ossitocina, responsabile dello sviluppo del legame madre-figlio ma anche delle relazioni sociali in genere perché promuove un senso di fiducia e abbassa la tendenza alla diffidenza. E ancora: riduce lo stress, promuove la tolleranza al dolore, contrasta l’ansia. Aumenta, inoltre, l’autostima, e, secondo alcuni studi che hanno formulato questa ipotesi, sembrerebbe ridurre persino la suscettibilità alle infezioni delle alte vie aree, intervenendo su quei fattori di stress che influenzano la risposta immunitaria.

I BACI

«In questa fase di allentamento delle misure di distanziamento sociale correlate alla pandemia ci è sembrato importante ricordare i benefici dell’abbraccio – spiega Annamaria Staiano, presidente della Società Italiana di Pediatria – Speriamo che soffermarsi a pensare quanto valga questo gesto, per la mente e il corpo specie nei più piccoli, faccia venire voglia di abbracciarsi un po’ di più». Per una “terapia” completa dovremmo aggiungere un bacio alle carezze e agli abbracci. Perché stimola un lungo elenco di attività che riguardano, anche in questo caso, ormoni e neurotrasmettitori. Dall’ossitocina, in grado di influenzare la disponibilità all’innamoramento e rafforzare il legame con il partner alle endorfine, responsabili della sensazione di felicità e di benessere alla dopamina che stimola il centro del piacere nel cervello. Anche il cortisolo, ormone dello stress, è coinvolto: durante un bacio diminuisce con evidenti effetti di rilassamento. I vasi sanguigni si dilatano e la respirazione diventa più profonda. La dopamina e le endorfine rilasciate durante il bacio sono in grado di alzare la soglia di attivazione dei recettori del dolore, quindi abbassano la sensibilità. Infine, una curiosità: durante un bacio di 10 secondi è possibile scambiare con il partner da 10 milioni a 1 miliardo di germi, per la maggior parte “buoni”. Anzi, aumentano le difese immunitarie, fondamentali per prevenire le malattie. 

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