Biagio Izzo: niente abbracci né selfie, che male che fa la distanza sotto pandemia

L'attore Biagio Izzo
di Biagio Izzo*
3 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Febbraio 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 08:30

Parlare di salute di questi tempi non è una passeggiata.

E si capisce il motivo: stiamo vivendo un momento storico molto complicato, a causa di questa maledetta pandemia, e stiamo cercando di superarla, con i vaccini, perché abbiamo capito che è l’unico modo per scamparla, ma fare l’iniezione è anche un segno di civiltà verso gli altri. Ne approfitto, quindi, per lanciare un appello ad aderire alla campagna di prevenzione: specialmente le persone anziane, che hanno già qualche problema, sono più a rischio. Non dobbiamo dimenticare che, all’inizio dell’emergenza coronavirus, eravamo un po’ tutti disperati, alla ricerca di un vaccino. Poi c’è stata qualche plausibile preoccupazione, quando è stato trovato il farmaco per la rapidità nelle autorizzazioni, ma miliardi di dosi nel mondo oramai sono state somministrate. Io ho ricevuto anche la terza, e sono super controllato. Faccio il tampone tutte le sere, prima di entrare a teatro, perché bisogna stare tranquilli e far stare tranquilli gli altri. Risultato? Finora sono riuscito a schivare il Covid, ma sono stato anche molto preoccupato. Due anni fa ebbi un raffreddore molto forte, andavo in apnea, temevo di aver contratto l’infezione. Allora feci vari esami e non risultava. Mai beccato. A questo punto mi auguro di non beccarlo più. Resta, però, che gli spettatori devono presentare il Green pass e tenere la mascherina, sopportando un sacrificio enorme. E vanno ringraziati. Lo so che non è facile farsi una risata e commentare seduti così, ma le regole anti-contagio vanno rispettate. Mi riferisco al distanziamento, alle protezioni e ai disinfettanti per le mani e non solo.

In particolare, il telefonino: puliamolo spesso, dottori e scienziati ce lo ricordano ogni giorno. Gli accorgimenti sono gli stessi ovunque, e non è detto che bastino. Difatti, durante le riprese de “I fratelli de Filippo”, ci siamo fermati diverse volte per i casi positivi riscontrati tra tecnici e attori per attenerci alle normative e alle quarantene: a Salerno siamo rimasti chiusi in un albergo quasi per 15 giorni. Così il film è cominciato a settembre ed è finito a febbraio. Neanche “Ben-Hur” è durato tanto. Ma abbiamo raggiunto un grande risultato, soprattutto grazie alla produzione che si è intestardita, ha sostenuto spese ulteriori ed è andata avanti con fiducia fino al successo riconosciuto dalla gente. Solo che la pandemia ci mette in condizioni strane, e pure il rapporto con i fan è complicato: io li ringrazio da lontano, per strada, chiedo scusa se non concedo una foto e, se proprio la vogliono fare, il selfie si scatta a distanza. Dispiace rifiutare anche una stretta di mano o un abbraccio, perché sono attestati d’amore e noi facciamo un mestiere così bello anche per questo. La nostra gioia è il pubblico, che ci sostiene.

* Attore

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA