Allergie a polline e smog, boom di casi di rinite allergica e asma: ecco i rimedi utili

Colpa del cambiamento climatico che ha anticipatole fioriture. E dell’inquinamento che ha potenziato la tossicità delle essenze

Allergie a polline e smog, boom di casi di rinite allergica e asma: ecco i rimedi utili
di Maria Rita Montebelli
4 Minuti di Lettura
Giovedì 13 Aprile 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 15:13

Un prurito fastidioso al naso, starnuti a raffica e occhi che lacrimano sono segni inequivocabili dell’arrivo della primavera.

Almeno quanto gli alberi in fiore e l’ora legale. Un rito assai problematico che si ripete ogni anno per milioni di italiani di tutte le età. Ma che negli ultimi anni ha visto aumentare il numero dei soggetti colpiti e cambiare caratteristiche e durata dei disturbi. Gli esperti stimano che entro la metà di questo secolo a essere allergico sarà addirittura un italiano su due. «Al momento – ricorda Lorenzo Cecchi, Presidente dell’Associazione allergologi e immunologi territoriali e ospedalieri (Aaiito) – secondo l’Accademia europea di allergologia e immunologia clinica ben 100 milioni di cittadini europei soffrono di rinite allergica e 70 milioni di asma». Due malattie spesso associate tra loro: il 90% degli asmatici, infatti, soffre anche di rinite allergica e metà delle persone con la rinite, presenta anche asma in vari gradi di gravità.

LE CAUSE

 A causare le allergie respiratorie di primavera è la danza dei pollini nell’aria, quella che la Società italiana di aerobiologia medicina e ambiente celebra con la Giornata nazionale del polline, il primo giorno di primavera. E questo sarà un anno difficile. «La stagione che stiamo vivendo lascerà il segno – annuncia Vincenzo Patella, presidente Società italiana aerobiologia medicina e ambiente – perché siamo passati dai picchi di concentrazione di 200 pollini per metro cubo di 5 anni fa, ai 2.000 attuali, 10 volte tanto. Bisogna migliorare la raccolta di questi dati rendendola omogenea su tutto il territorio nazionale, rivedere le soglie di tossicità dei singoli pollini e confrontarle con i dati delle centraline dello smog». Perché è proprio il “polline inquinato” il principale responsabile di questa epidemia di allergie. «Ozono, particolato e biossido di azoto, presenti nello smog da traffico, sommati all’azione del polline – spiega Patella – ne potenziano gli effetti e possono determinare reazioni allergiche anche in chi non ha mai sofferto». «Inquinanti e allergeni – rilancia Cecchi – stabiliscono una sinergia assai pericolosa.

Le sostanze inquinanti, da un lato danneggiano le mucose delle vie aeree, favorendo una maggior penetrazione dei pollini e dall’altra aumentano la loro allergenicità». E poi ci sono i cambiamenti climatici. Se fino a qualche tempo fa c’era una stagionalità chiara per le fioriture delle diverse specie arboricole, i cambiamenti climatici e le temperature sempre più miti per periodi sempre più estesi, stanno portando a rivedere anche i calendari pollinei. La stagione di fioritura di betulla e cipresso risulta anticipata, mentre quella delle graminacee e della parietaria si sta dilatando a dismisura. Gli inquinanti dello smog facilitano le allergie, andando ad alterare la barriera epiteliale delle vie aeree, un vero e proprio muro di cellule, al di sotto delle quali si trova il sistema immunitario. Questo muro in condizioni di salute filtra e passa al setaccio tutto ciò che viene da fuori, limitando il contatto del sistema immunitario con una serie di sostanze (e sono ben 350mila quelle introdotte dall’uomo nell’ambiente negli ultimi 60-70 anni).

IL PROBLEMA

 Ma lo smog riesce a far breccia, consentendo la penetrazione di allergeni, irritanti e di microrganismi. Questo scatena l’infiammazione alla base non solo delle malattie allergiche, ma anche di patologie come la bronchite cronica ostruttiva. Così, a prescindere dal ruolo giocato dalla predisposizione genetica per queste malattie, in queste condizioni può diventare allergico anche chi non ha questa “vocazione” scritta nel Dna. E ad avere la peggio sono gli abitanti delle grandi città. Chi vive in contesti rurali, sin da bambino, infatti ha meno probabilità di diventare allergico. È la cosiddetta “ipotesi dell’igiene”, che la Finlandia ha fatto sua, avviando un progetto statale che prevede, in un’ottica di prevenzione, l’organizzazione di attività ricreative all’aperto per i bambini, facendoli giocare negli orti, toccando terra e animali. A distanza di qualche anno dall’avvio del progetto, questo Paese ha già registrato una riduzione del tasso di asma e allergie. «E sono proprio i bambini i più a rischio di allergie respiratorie – rivela Cecchi – Un bambino su tre presenta almeno un episodio di dispnea, di affanno, prima dei tre anni, che spesso assume la forma del respiro cosiddetto “fischiante”». Ma nemmeno gli adulti sono esenti dal rischio di allergie respiratorie. Chi già soffre di allergie stagionali, deve prendere l’abitudine di consultare giorno dopo giorno i bollettini che monitorano la presenza di pollini e di inquinanti. L’attività fisica, parte integrante di una vita sana, non va preclusa, in particolare a bambini e ragazzi. Con qualche attenzione però. Nel periodo primaverile, gli allergici dovrebbero evitare sport come il ciclismo o la corsa all’aperto, soprattutto nelle ore centrali del giorno, le più critiche per l’innalzamento dei pollini. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA