Abusi sui minori, i segnali si possono riconoscere: corsi formativi per i pediatri

Abusi sui minori, i segnali si possono riconoscere: corsi formativi per i pediatri
di Pietro Ferrara*
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Giovedì 8 Dicembre 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:56

Bastano uno sguardo, uno scatto improvviso, una pausa di silenzio.

Non devono essere evidenti i segni, da un ematoma a un graffio, per capire che un bambino è stato abusato. Il loro linguaggio, non solo di parole, è molto chiaro se sappiamo come interpretarlo. E i giovani pediatri, oggi, cominciano ad avvicinarsi a questo modo di comunicare perché la violenza sui più piccoli è diventata un fenomeno allarmante.

Pietro Ferrara

Noi specialisti più “grandi” dobbiamo farci carico di aiutare chi è alle prime armi. Fin da ora la professione, fatta in modo serio e corretto, obbliga ad avere occhi attenti al fenomeno. Ricordiamo che in Italia il 9% dei circa 9 milioni di minori subisce maltrattamenti. Nell’85% dei casi si tratta di abusi psicologici, nel 10% fisici e nel 3% sessuali. Dati preoccupanti che si sono ulteriormente aggravati dopo l’inizio della pandemia come abbiamo evidenziato durante l’incontro “Infanzia bruciata. Aiutiamoli a sorridere” organizzato dal Think Tank “On Radar” della Fondazione Internazionale Menarini guidato da Massimo Scaccabarozzi. Obiettivo: mettere in moto cambiamenti reali attraverso il dialogo tra esperti (pediatri, neuropsichiatri infantili, psicologi, pedagogisti, insegnanti, educatori, forze dell’ordine, magistrati e altre figure a contatto con bambini e adolescenti) per affrontare i nodi irrisolti del disagio minorile. Il cambiamento radicale di routine domestica, la chiusura delle scuole e l’interruzione di tutte le attività extrascolastiche, hanno reso ancora più profondo, inaccessibile e silenzioso il baratro dell’abuso, che, se come sempre si consuma principalmente in contesti socioeconomici disagiati, ha esteso le sue maglie anche in contesti “normali” o solamente fragili.

Le violenze sui bambini sono un tipico fenomeno “iceberg” sottostimato, che nel 70% dei casi si consuma fra le mura domestiche, due volte su tre per mano di uno dei genitori. Da qui l’importanza dei corsi di formazione in versione digitale “Facing abuse: Emersione e comunicazione negli abusi infantili e adolescenziali”,organizzati con il patrocinio della Società Italiana di Pediatria nell’ambito del progetto Menarini. Si cerca, così, di colmare un gap formativo da parte dei corsi universitari e di specializzazione dove questi temi vengono trattati ancora non in maniera approfondita. Parliamo ai pediatri perché imparino a “leggere” meglio il disagio del minore, parliamo ai pediatri anche perché ognuno di loro sappia spiegare ai genitori e agli insegnanti quali sono i segnali d’allarme. Gli incontri fatti finora hanno riscosso grande interesse da parte degli specializzandi.

I segnali? Parliamo di insolita tristezza, improvvisi cambiamenti nel comportamento e nelle abitudini, dolori fisici che non trovano una spiegazione medica, disturbi del sonno, improvviso calo del rendimento scolastico, sviluppo di nuove paure, comportamenti regressivi e autolesionistici. Centrale per la prevenzione è la crescita di consapevolezza nelle famiglie. Il fenomeno è aumentato in modo esponenziale durante la pandemia e il lockdown, oggi ci sono tante nuove forme di abuso prima non considerate. Sicuramente è cresciuto anche l’abuso da trascuratezza, con bambini abbandonati a se stessi, privati delle cure primarie. Oltre a quelle emotive. Le forme di maltrattamento oggi conosciute sono infatti numerosissime e inizia ad esserci finalmente una maggiore consapevolezza del problema. Dalla coalizione del “Think Tank On Radar” di 28 esperti sono già arrivate le prime proposte concrete, a supporto della famiglia e della scuola, per prevenire e intercettare precocemente ogni forma di disagio. Tra queste, la creazione di un Osservatorio permanente nelle Procure sugli abusi, con incontri periodici di aggiornamento, e la promozione di un network tra Procure e operatori del settore, ma anche corsi per bimbi e genitori.

*Ordinario di Pediatria all’Università Campus Bio-Medico di Roma

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