La delicata operazione è stata effettuata il 22 gennaio scorso e il paziente è stato dimesso dopo solo due giorni. «Il nostro robot - ha spiegato Indolfi - ci ha consentito di effettuare con precisione tutti i passaggi: è stata eseguita prima la dilatazione della stenosi con un palloncino entrando dall'arteria del polso e poi è stato impiantato uno stent medicato». Il sistema, utilizzato con la collaborazione dell'equipe dell'Emodinamica dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Mater Domini di Catanzaro, «è costituito da un braccio mobile meccanico che provvede all'avanzamento e alla rotazione delle guide metalliche, dei cateteri e degli stent tramite sensori». Tali movimenti, precisa l'esperto, «sono eseguiti con estrema precisione, grazie alla visione amplificata dell'area interessata, e questo riduce il rischio di errore e recidiva».
Da sempre, chiarisce Indolfi, presidente della Società Italiana di Chirurgia (Sic), «la cardiologia è stata la branca della medicina che ha introdotto le maggiori innovazioni tecnologiche, grazie alle quali la vita oggi si è allungata in modo significativo».
Sono infatti circa 37 mila gli interventi di angioplastica effettuati ogni anno in Italia, che hanno consentito di ridurre negli ultimi anni del 50% i decessi per infarto del miocardio. «Questa tecnica - conclude Indolfi - oggi dispone già di sistemi molto avanzati. La robotica consentirà una ulteriore riduzione del rischio» e permetterà «di effettuare presto anche interventi a distanza».
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