Questi segnali possono essere registrati e memorizzati sul dispositivo: «In questo modo il tracciamento dell'attività cellulare consente una correlazione con lo stato clinico, con eventuali effetti collaterali associati alla terapia farmacologica e con eventi della vita quotidiana segnalati dal paziente».
L'applicazione di questo nuovo sistema può aprire nuove frontiere per la cura dei malati di Parkinson, soprattutto dovrebbe garantire cure più personalizzate, spiegano gli esperti della Fondazione Mondino di Pavia e dell'Istituto Galeazzi di Milano che, riferiscono, hanno effettuato questo impianto per la prima volta in Italia.
«Questo dispositivo è un punto di svolta - afferma Claudio Pacchetti, direttore del Centro Parkinson della Fondazione Mondino di Pavia - ci avvicina davvero all'idea di una medicina personalizzata e rappresenta un passo significativo verso una nuova tipologia di stimolazione cerebrale che in futuro si adatterà autonomamente alle richieste di benessere del paziente».
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