Lo strumento permette, grazie a un sistema di «colorazione» che sfrutta l'ingrediente principale del curry (curcuma), di visualizzare nella retina le placche di frammento beta-amiloide, la proteina che si accumula nel cervello dei pazienti in quantità tossiche.
La retina, pur essendo una parte dell'occhio, dal punto di vista cellulare fa parte del sistema nervoso e quindi proprio come il sistema nervoso presenta placche di beta-amiloide nei pazienti con Alzheimer. Per di più la sostanza beta-amiloide finisce nella retina ed è visualizzabile tramite colorazione con curcuma ben prima che si accumuli nel cervello. Questa scoperta è merito proprio dei ricercatori del Cedar Sinai ed è stata resa nota un anno fa. Ad essa ha fatto seguito l'idea di mettere a punto un test di diagnosi precoce dell'Alzheimer tramite un esame della retina. Il test ha il vantaggio di essere non invasivo e semplice come quello usato dagli oftalmologi per visualizzare, appunto, la retina.
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