Se il problema è irrilevante fra i piccolissimi con meno di un anno, dopo diventa democratico: «Ogni anno sono colpiti 100 mila bimbi di 1-2 anni, 400 mila di 3-6 anni, 500 mila di 7-12 anni e 200 mila a 13-18 anni», stima Farnetani. E l'infestazione, come ormai sanno bene molti genitori, può ripresentarsi a distanza di poche settimane. «Quando un bambino presenta periodicamente i pidocchi, non è perché la famiglia non è stata diligente o abbia scelto un prodotto sbagliato - dice il pediatra - ma è solo che in classe c'è qualcuno che presenta i pidocchi e non fa il trattamento». Ma come evitare fastidiose infestazioni? «Considerando che le uova del pidocchio ci mettono otto giorni a svilupparsi, è sufficiente che voi controlliate, per esempio il sabato, la testa del bambino, soprattutto sulla parte della nuca - raccomanda - se non osservate niente, il bambino non deve fare alcun trattamento, mentre se vedete le lendini, che sono piccole uova color avorio saldamente attaccate alla base del capello, e che soffiando non vanno via, eseguite il trattamento al bambino con il consueto prodotto».
I pidocchi del capo «sono più frequenti nel bambino in età di scuola materna ed elementare, poi la frequenza diminuisce progressivamente. I genitori però devono periodicamente controllare i capelli ai figli, soprattutto nella zona della nuca e dietro le orecchie. Quello che si vede più facilmente in caso di presenza di pidocchi - ribadisce Farnetani - sono proprio le uova. È importante distinguerle dalla forfora che si deposita sul cuoio capelluto e soffiando vola via. Le lendini hanno una forma ovoidale di qualche millimetro e sono attaccate saldamente al capello a circa un centimetro dalla base; per asportarle bisogna esercitare una forte pressione con le dita o con un pettine».
Il famoso pettine fitto.
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