Feste di Natale, occhio agli stravizi a tavola: il colon è irritabile

Feste di Natale, occhio agli stravizi a tavola: il colon è irritabile
di Antonio Caperna
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Giovedì 25 Dicembre 2014, 21:29 - Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 19:01
Gonfiore alla pancia, dolore, a volte bruciore. Un malessere generale che porta a nervosismo e cattivo umore. Perché è difficile trovare una soluzione definitiva e in certi casi è sottovalutato dagli stessi medici. Così le persone soffrono e hanno ripercussioni negative sulla capacità di relazione, studio e lavoro.

Eppure è una problematica che interessa dal 10 al 20% della popolazione con le donne colpite il doppio degli uomini. È la schiera dei sintomi che ruotano attorno alla sindrome dell’intestino irritabile. Sempre più diffusa. Una serie di disturbi che possono deprimere ancor di più i pazienti, se gli esami non sono approfonditi. «È una malattia infiammatoria con irritazione dei nervi nella parete dell’intestino, che portano le informazioni al cervello. L’intestino è “arrabbiato” e malato anche se l’occhio del medico non lo vede. Poiché è una patologia organica va considerata e curata come tale anche alla luce della sua frequenza e dell’impatto sociale elevato», spiega Vincenzo Stanghellini, docente di Medicina interna all’università di Bologna, in occasione del “Gastro Italian Day” di Milano.

Si è davanti a un insieme di malattie paragonabili a uno spettro multicolore, dove il primo step è proprio l’intestino irritabile, ormai riconosciuto come patologia organica microscopica, quindi bisogna accompagnare l’esame alla biopsia. «In questo modo si notano differenze tra chi soffre e chi non accusa questi sintomi – aggiunge Antonio Gasbarrini, direttore dell’unità complessa di Medicina interna e Gastroenterologia del Policlinico Gemelli di Roma- i passaggi successivi, che possono esserci o meno sulla base di diversi fattori tra cui l’assetto genetico e influenze esterne, portano fino a situazioni più gravi, le cosiddette malattie infiammatorie croniche intestinali».

LA TECNOLOGIA
Proprio per migliorare la diagnosi differenziale tra intestino irritabile e malattie infiammatorie facilitando la verifica della diagnosi e la valutazione del decorso della patologia è stata creata l’applicazione IG-IBD Scores. La app permette al clinico in ogni parte d’Italia di ottenere rapidamente un referto standardizzato consentendo di pianificare in maniera ottimale la successiva gestione di patologie così complesse. Un supporto nella pratica clinica quotidiana gratuito, sviluppato per smartphone, tablet e desktop. La compilazione è semplice e lo score è subito visibile.

Il referto è automatico e può essere inviato per e-mail. I risultati di una recente indagine pan-europea, lo studio Impact, promosso dalla Federazione europea delle associazioni per la malattia di Crohn e la colite ulcerosa (EFCCA), evidenziano che ancora oggi un terzo dei pazienti non ha un accesso adeguato ai centri specializzati. «Il 13% dei pazienti riceve la diagnosi con un ritardo di oltre un anno dopo i primi sintomi e il 17% deve aspettare addirittura più di 5 anni» dichiara Salvo Leone, Direttore Generale A.M.I.C.I. Onlus.

A TAVOLA
Tra i consigli degli esperti c’è il non esagerare con la frutta e la verdura. «Non bisogna credere che si possa correggere la stitichezza mangiando semplicemente più verdura, perché aumenterebbe il dolore e il gonfiore. Dedicarsi invece ad attività fisica leggera e protratta, contenere come si può lo stress e bere tanta acqua» sottolinea Stanghellini. La colite, l’infiammazione dell’ultimo tratto dell’intestino, il colon, può essere dovuta anche alla cattiva digestione dei carboidrati (pasta, pane, pizza). Masticare bene. Cotture leggere senza l’aggiunta di grassi ed evitare i piatti crudi di carne, pesce e uova. Limitare gli stracotti di carne o verdure.

I farmaci per i pazienti con intestino irritabile sono numerosi e riescono a gestire i singoli disturbi ma non la sindrome nella sua complessità. Tra le terapie più innovative c’è il linaclotide, che «lavora direttamente sulla mucosa, agendo su recettori presenti sulle cellule dell’intestino facilitando così il transito del cibo - commenta Enrico Stefano Corazziari, docente di Gastroenterologia a La Sapienza - Questa molecola produce inoltre un mediatore che interagisce con i nervi, irritati dall’infiammazione e ne riduce la sensibilità».
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