Disfunzione erettile, segno precoce
rischio cardiovascolare

Disfunzione erettile, segno precoce rischio cardiovascolare
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Domenica 22 Febbraio 2015, 18:56 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 22:14
La disfunzione erettile può essere un segno precoce di rischio cardiovascolare. E' questo il tema centrale su cui hanno dibattuto gli specialisti del Centro cardiologico Monzino a Milano in occasione dell'incontro “Cardiopatia coronarica, disfunzione erettile e diabete”.
«I nostri studi evidenziano un chiaro legame tra disfunzione erettile e cardiopatia ischemica - spiega Piero Montorsi, responsabile dell'unità operativa Cardiologia invasiva 2 del Monzino - e ogni paziente con disturbi della funzione erettile dovrebbe essere considerato come un potenziale paziente cardiopatico sino a prova contraria». Il problema è che gli uomini non lo sanno. Chi soffre di disturbi erettili, soprattutto se è giovane, in genere non ne parla né al medico di famiglia né tantomeno al cardiologo e questo impedisce di identificare il rischio di futuri eventi cardiovascolari.

A loro volta, i medici di famiglia o i cardiologi raramente affrontano il discorso con il paziente. Il silenzio, però, è nemico della prevenzione.

«La disfunzione erettile, che interessa oltre 150 milioni di persone nel mondo e più del 30% degli uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni è presente nella stragrande maggioranza delle vasculopatie conosciute e nel 50% delle persone che soffrono di cardiopatia ischemica - aggiunge Montorsi - Ancora più evidente è la correlazione tra disfunzione erettile, diabete e cardiopatie: il disturbo predice la malattia coronarica nei pazienti con diabete di tipo 2 e il grado di rischio acrdiovascolare a cui si associa è proporzionale alla gravità e alla durata del disturbo erettile.

Al Cantro cardiologico Monzino agli uomini con più di 40 anni che dichiarano un'attività sessuale indicativa di una possibile disfunzione erettile viene chiesto di compilare un questionario con lo scopo di confermare il problema e stimare la durata e gravità. Queste variabili, infatti, sono strettamente correlate al rischio di coronaropatia silente: maggiore è la durata della disfunzione erettile e la sua severità, e maggiore è il rischio di coronaropatia.
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